Alla scoperta dell’antica Modena con la street art in 3D

In cinque diversi luoghi del centro storico di Modena, cinque street artist internazionali hanno creato dei trompe l’oeil meravigliosi

In cinque diversi luoghi del centro storico di Modena, cinque street artist internazionali hanno creato dei trompe l’oeil meravigliosi, entrando virtualmente nella pavimentazione della città attraverso la tecnica artistica dell’anamorfismo, per “svelare” i siti più significativi della città romana di Mutina, celata nel sottosuolo.

L’antica Mutina, definita da Cicerone “splendidissima”, è sepolta sotto una coltre d’argilla tra due fiumi che esondarono a più riprese e, grazie all’archeologia, oggi se ne conoscono luoghi e monumenti sepolti: le terme, le mura, l’anfiteatro, le domus, il capitolium, al di sotto di luoghi ancora importanti della città, come piazza Grande, piazza Roma e il Palazzo della Provincia.

I Musei Civici di Modena hanno scelto di svelarli con l’iniziativa “Varchi nel tempo”, in cui la street art 3D, che con l’anamorfismo inganna chi guarda da una determinata posizione, creando sprofondamenti illusionistici nel terreno, fa rivivere i luoghi sepolti della città romana.

La tecnica risale al Rinascimento ed è stato l’artista Kurt Wenner, uno degli autori che hanno lavorato a Modena, ad applicare per primo tecniche del ‘500, note ad artisti come Leonardo da Vinci, a un’arte che utilizza la strada come fosse una tela.

La street art 3D applicata alle pavimentazioni di strade e piazze, negli ultimi anni, è passata dai gessetti colorati usati dai famosi ‘madonnari’ all’elaborazione digitale di un disegno, stampato in seguito su materiale resistente e fissato al terreno.

Gli artisti impegnati a Modena erano, oltre a Kurt Wenner che ha dipinto il cortile di Palazzo Carandini, anche Julian Beever in piazza Grande, Leon Keer sul sagrato della Chiesa di San Biagio, Vito Mercurio in piazza Roma ed Eduardo Relero nel cortile del Palazzo della Provincia.