L’aereo è un ricettacolo di batteri: ecco perché

All’interno di un aereo i batteri sopravvivono anche una settimana

All’interno di un aereo i batteri sopravvivono anche una settimana, ospitati in vari punti dell’abitacolo dell’aeromobile, a contatto con i passeggeri: è quanto emerso da uno studio pubblicato dall’American Society for Microbiology.

In particolare, il più resistente di tutti si è rivelato essere il batterio Staphylococcus aureus (MRSA), resistente agli antibiotici, sopravvissuto per ben 168 ore nella tasca di uno schienale di un sedile. Il batterio è responsabile tra le varie malattie di infezioni di cute e tessuti molli, endocardite, polmonite, sepsi.

L’Escherichia coli, all’origine della diarrea del viaggiatore, è sopravvissuto invece per 96 ore attaccato a un bracciolo. Se dunque vi è mai capitato di salire su un aereo indenni da malesseri, per poi trovarvi ammalati una volta sbarcati, questa può essere una buona spiegazione.

“I risultati dimostrano che, indipendentemente dal tipo di fluido corporale presente, entrambi i batteri possono sopravvivere per giorni sulle superfici da noi selezionate, quindi presentano un rischio di contagio tramite la pelle,” ha spiegato Kiril Vaglenov, uno degli autori dello studio. Ovvero, basta toccare le superfici infette per venire a contatto con questi batteri.

Il batterio MRSA è in realtà molto comune e diffuso ovunque, anche in ambienti sterili quali gli ospedali. In aereo tuttavia, dati gli spazi ristretti, il contagio potrebbe essere più probabile.
“I nostri piani per il futuro sono di trovare dei metodi efficienti per pulire e disinfettare, oltre a condurre dei test su superfici che hanno delle proprietà antimicrobiche naturali per capire se possono ridurre il numero di batteri nelle cabine degli aeromobili,” ha detto Vaglenov.