Da abeti a violini, la rinascita degli alberi abbattuti in Val di Fiemme

A fine ottobre una tempesta spazzò via 150 mila metri cubi di alberi in Val di Fiemme. Ora quegli abeti avranno nuova vita e diventeranno violini Stradivari

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Redazione

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Da mesi si vociferava un possibile progetto che avrebbe permesso agli abeti della Val di Fiemme di avere una seconda vita. Ora Federforeste conferma che dagli alberi abbattuti dalla tempesta nasceranno i futuri violini di Stradivari.

A fine ottobre 2018 una violenta tempesta spazzò via circa 150 mila metri cubi di alberi in Val di Fiemme, una delle principali valli dolomitiche situata nel Trentino orientale. Un evento unico nel panorama nazionale, un vero disastro ambientale in un giorno riuscì ad abbattere tanti alberi quanti se ne abbattono in tutta Italia in un anno di attività selvicolturale, per una quantità di circa otto milioni di metri cubi di legno. Il solo Trentino ne ha persi 1,5 milioni, quantità di poco inferiori in Alto Adige; stessa situazione in Veneto (Altopiano di Asiago, Feltrino, Agordino, Comelico) e in Friuli Venezia Giulia (Carnia, Dolomiti Friulane, Cansiglio).

La Val di Fiemme è nota per i suoi fantastici abeti rossi. Il parco di Paneveggio è diventato famoso per la foresta dei violini, perché Antonio Stradivari si recava personalmente per in zona per scegliere l’abete migliore per costruire i suoi strumenti. Ora da quegli alberi abbattuti, nasceranno i futuri violini Stradivari. Federforeste ha confermato che il prezioso legname per i liutai di Cremona, messo a disposizione in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e Comune di Salò, sarà usato dopo una stagionatura di tre anni in modo che perda l’umidità accumulata all’aperto e le sue fibre esprimano al meglio il passaggio delle note e delle vibrazioni.

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2,5 tonnellate di tavole di pregiato legno di risonanza sono state affidate alla Scuola internazionale di liuteria “Antonio Stradivari” di Cremona per creare violini, viole, violoncelli e contrabbassi. In una nota Federforeste ha precisato: “I boschi della musica della Val di Fiemme sono in allerta per il maltempo e si monitora lo stato di salute degli alberi rimasti in piedi insieme alla situazione dei tronchi scaraventati al suolo dalla furia della tempesta a novembre”.

Il legno della Val Di Fiemme è solo una parte dell’enorme patrimonio boschivo che secondo la Coldiretti copre per più di un terzo la superficie italiana con 12 miliardi di alberi troppo spesso abbandonati a se stessi per l’abbandono dei terreni di montagna e la mancata gestione delle foreste. È necessario arrivare a un’etichetta d’origine anche per il legno perché dietro a ogni tavola utilizzata vive un mondo fatto di territori e persone con un’intera filiera composta da agricoltori boscaioli, segherie, trasportatori, industrie e artigiani. Gli stessi violini di Stradivari – conclude Federforeste – non esisterebbero e non avrebbero le loro esclusive proprietà musicali senza il legno degli abeti della Val di Fiemme”.

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