Classifica dei migliori libri sul viaggio

Leggere è il miglior modo di viaggiare rimanendo comodamente a casa: ecco i migliori libri di viaggio e sui viaggi

Leggere è sempre una buona idea, soprattutto se si leggono libri di viaggio o ci si accosta a tutta quella letteratura che fa del topos del viaggio qualcosa di unico e di trascinante. Il viaggio dà sempre forma a qualcosa e da quando esiste l’uomo sulla terra si è sempre declinato il viaggio in molti modi. Il viaggio può essere infatti considerato come una forma di conoscenza, addirittura di formazione, oppure come forma di evasione, la via di fuga per eccellenza. Esistono vari tipi di viaggio e spesso si viaggia senza neppure muovere un muscolo, ma soltanto dentro la propria testa.

Chi legge viaggia senza muoversi da casa, ma se legge di viaggi allora viaggia due volte. Abbiamo voluto così creare una classifica sui migliori libri di viaggio di sempre, distinguendo tra quelli che raccontano di viaggi mitici o leggendari, quelli usciti dalla penna di grandi scrittori, quelli che raccontano dell’essenza di ogni viaggio, cioè la strada, e abbiamo infine chiuso la nostra classifica con alcuni indimenticabili classici della letteratura di viaggio. Scoprite quali non avete ancora letto!

I migliori libri di viaggio: i racconti leggendari

Se oggi sembra di avere il mondo intero a portata di mano, quando ogni distanza rappresentava un difficoltoso ostacolo verso un mondo sconosciuto il viaggio assumeva una connotazione mitica. Ogni vero viaggiatore dovrebbe riscoprire quella dimensione di rispettosa meraviglia dell’ignoto, magari tra le pagine dei libri di viaggio sospesi tra realtà e leggenda come i titoli seguenti.

Le mille e una notte

La splendida Shahrazād incanta un sultano sanguinario raccontandogli ogni sera una storia e rinviando il finale alla sera successiva, salvandosi in questo modo la vita. Questa è la cornice della più famosa raccolta di favole di tutti i tempi a partire dal X secolo d.C., che raccoglie racconti di varia ambientazione storica e geografica, composti da vari autori in differenti periodi. Tra loro si distinguono alcuni filoni che spalancano la fantasia su terre lontane: quello persiano, il più antico, quello arabo-egiziano, quello ellenistico, fino al racconto di Aladino e al ciclo di Sinbad il marinaio. Attraverso una scrittura estremamente vivida e l’abbondanza di descrizioni sugli usi e costumi locali, le novelle fanno viaggiare nello spazio e anche nel tempo, con un tocco esotico e leggendario.

Il Milione di Marco Polo e Rustichello da Pisa (1298)

Partito a diciassette anni dalla sua Venezia alla volta dell’Asia, dalla quale avrebbe fatto ritorno solo ventiquattro anni e molte avventure dopo, Marco Polo è il viaggiatore per antonomasia nell’immaginario collettivo. Alla fine di un incredibile cammino attraverso la Persia, l’Afghanistan e la Mongolia, il giovane arrivò fino alla città Proibita di Pechino, dove ricoprì incarichi importanti per il potente e ricchissimo Gran Khan. Le sue avventure, dettate in carcere a Rustichello da Pisa, sono fitte di informazioni geografiche, storiografiche ed etnografiche, in bilico tra realtà e racconto romanzato. L’avventura epica di Marco Polo racchiude tutto il fascino della scoperta di un mondo che, ancora oggi, sembra avvolto da una sottile cortina di mistero e conserva un sapore mitico.

Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne (1873)

Il ricco londinese Phileas Fogg scommette con i soci del suo club di poter circumnavigare il globo in ottanta giorni, grazie ai moderni mezzi di trasporto. Inizia così una mitica avventura, in compagnia del suo fedele cameriere francese Passepartout, attraverso Europa, Africa, Asia e Nord America. Con i mezzi più disparati, anche a dorso di elefante, i due viaggiatori vincono la scommessa e Fogg ottiene anche l’amore dell’indiana Adua. Sebbene scritto in epoca relativamente recente e basato sul presupposto della facilità dei viaggi consentita dai moderni mezzi di trasporto, il romanzo di Verne appartiene ancora a un mondo lontano dai voli low cost e, anche grazie al registro fantasioso, restituisce il senso leggendario dell’avventura.

I migliori libri di viaggio: le parole dei maestri della letteratura

Per conoscere un nuovo angolo del mondo si può talvolta avere il privilegio di vederlo attraverso gli occhi di grandissimi scrittori, che hanno tradotto i loro viaggi in parole indimenticabili.

Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe (1816-17)

Alla ricerca di nuova ispirazione per la sua creatività ormai imbrigliata dalla fama, Goethe partì sotto falso nome per il suo Grand Tour in Italia, restandone fatalmente ammaliato. Nel corso di un viaggio epocale durato due anni, sulle tracce della cultura classica da Venezia alla Sicilia, il suo genio si è nutrito in ugual misura delle opere artistiche, delle bellezze naturali e del rapporto con le persone. Tanto Goethe amò la penisola, da considerare Roma come casa e descrivere Napoli come “un paradiso”. Alla fine di questa esperienza totalizzante, il poeta si scoprì interiormente cambiato e rinnovato: ed è proprio questo che dovrebbe essere, per chiunque, il senso profondo del viaggio.

Viaggio in Portogallo di José Saramago (1981)

Il premio Nobel José Saramago si riferisce a se stesso semplicemente come “il viaggiatore” nelle pagine del suo diario di viaggio attraverso il natìo Portogallo. In un dialogo sottile con il lettore, lo invita a prendere le sue pagine come una sfida e un invito ad allontanarsi dagli itinerari conosciuti. Per Saramago perdersi è la forma più autentica del viaggiare, sbagliare strada e ritornare indietro oppure proseguire verso esiti inaspettati, scoprendo nel frattempo non solo città e paesaggi, ma anche la psicologia di un popolo.

Patagonia express. Appunti dal sud del mondo di Luis Sepùlveda (1995)

Oltre a essere scrittore, giornalista, sceneggiatore, attivista politico, Sepùlveda è stato anche un viaggiatore appassionato. Il diario del suo viaggio in Patagonia e nella terra del Fuoco, scritto originariamente su un’agenda Moleskine, contiene aneddoti, leggende e riflessioni personali, descrizioni di paesaggi mozzafiato, ma soprattutto la descrizione dei personaggi incredibili incontrati lungo il cammino. Sono gli incontri, più di ogni altra cosa, a fare del viaggio la più meravigliosa esperienza umana.

I migliori libri di viaggio: leggere on the road

Non esiste un mantra radicato nella mente dei viaggiatori quanto quello per cui il senso del viaggio non è la meta, ma il cammino. In questo risiede la grande fascinazione del viaggio on the road, in cui ogni giorno è una nuova frontiera e la strada diventa un cammino di formazione.

Sulla strada di Jack Kerouac (1957)

Il titolo del romanzo autobiografico di Kerouak non lascia spazio ad alcun dubbio sulla centralità del viaggio nella sua formazione umana e artistica. Sal Paradise, alter ego dell’autore, compie una serie di viaggi in autobus e in autostop, costruendo il nostro immaginario di città evocative come New York, Denver, San Francisco e Chicago. Manifesto del movimento beat e riferimento di un’intera generazione, Sulla strada ha ancora tanto da raccontare.

Latinoamericana di Ernesto Guevara (1951-1952)

Il giovane studente di medicina Ernesto Guevara, ancora non divenuto eroe rivoluzionario, si mette in viaggio con l’amico Alberto Granado in sella ad una motocicletta soprannominata Poderosa II. A dispetto del nome, la motocicletta li abbandona presto e i due proseguono a piedi o con mezzi di fortuna attraverso Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela. Il diario di questa esperienza avventurosa e intesa, intriso di riflessioni sociologiche, racconta una terra magica e profondamente umana.

Strade blu. Un viaggio dentro l’America di William Least Heat-Moon (1982)

Reportage giornalistico e insieme racconto on the road, prende il titolo dal fatto che le strade secondarie sulle vecchie cartine geografiche erano di colore blu. Nel momento di peggiore crisi esistenziale della sua vita l’autore parte a bordo di un furgone, ribattezzato Ghost Dancing, alla scoperta di un’America rurale e sempre sul punto di scomparire, ma ancora ben radicata in un immaginario vitale, fatta di empori ai margini del nulla, fattorie isolate e strade deserte che si snodano in solitudine per chilometri. La profonda provincia americana viene descritta con ironia attraverso le Caroline, il Texas meridionale, lo stato di Washington, il Montana e il New England.

I migliori libri di viaggio: i classici per i viaggiatori

Se i social hanno fatto esplodere una vera mania del viaggio, scandita da fotografie condivise e hashtag popolari, la fascinazione per la scoperta di terre lontane ha radici ben più antiche e profonde, al punto che esistono ormai dei veri e proprio classici della letteratura per viaggiatori.

Ebano di Ryszard Kapuściński (1998)

Il memoriale dei trent’anni di viaggi di un giornalista bianco, attraverso i paesi appena divenuti indipendenti del continente africano post coloniale, restituisce in modo umano e grandioso i contrasti di una terra martoriata. Il reporter Kapuściński ci offre un resoconto lucido e consapevole di eventi storici come la carestia in Etiopia, il genocidio in Ruanda, il colpo di stato in Nigeria e ancora dei conflitti tribali, della tragedia dei bambini soldato. Al tempo stesso, l’uomo Kapuściński ci racconta i suoi incontri con personaggi storici e gente comune, i disagi della vita quotidiana e l’incredibile vitalità dei popoli africani.

In Patagonia di Bruce Chatwin (1977)

Il capolavoro di Bruce Chatwin è il diario di sei mesi di viaggio attraverso la Patagonia argentina e cilena. Lo scrittore parte alla ricerca delle proprie radici sulle tracce di un suo antenato marinaio, condividendo il suo pensiero in numerose divagazioni di tipo storico e scientifico. In Patagonia è diventato un testo di culto e non può mancare nella libreria di un viaggiatore.

Il fiume al centro del mondo di Simon Winchester (1996)

Il fiume Yangtze, o fiume Azzurro, nasce in Tibet e scorre lungo l’intero territorio cinese fino a sfociare nel Mar Cinese Orientale. Il cronista Simon Winchester risale il suo corso, da Shanghai alle pendici dell’Himalaya, attraverso paesaggi metropolitani e rurali, incredibili bellezze naturali e desolazione, fisionomie e dialetti diversi. Insieme, ripercorre la millenaria storia della Cina, racconta le sue diverse etnie ed i loro costumi, riporta episodi di vita quotidiana, offrendo un quadro complesso e affascinante di un oriente ancora misterioso.

È Oriente di Paolo Rumiz (2003)

Quando il mondo era ancora vasto e le distanze erano difficili da percorrere, l’Oriente di un europeo era l’Europa dell’ Eppure ancora adesso quella vasta zona oltre il fantasma del muro di Berlino ci appare distante e per certi versi sconosciuta. Il triestino Paolo Rumiz ce la racconta con grande vividezza, attraverso una raccolta di reportage molto personali che restituiscono il loro posto sul nostro planisfero a nomi vicini ed ignoti come Masuria, Pomerania, Pannonia e Rutenia. Per conoscere il nuovo e il diverso, a volte, non serve andare troppo lontano.

In un paese bruciato dal sole. L’Australia di Bill Bryson (2000)

Bill Bryson è un maestro della scrittura di viaggio e conserva sempre intatta una capacità di stupirsi che si coniuga con uno sguardo leggero. Niente di meglio per percorrere un’isola sterminata che è anche un continente popolato da aborigeni, ex galeotti e canguri. Attraverso deserti, città e strade costiere, utilizzando i più diversi mezzi di trasporto, scopriamo un mondo ricco ed entusiasmante, dall’Ayers Rock alla barriera corallina.

Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig (1974)

Padre e figlio viaggiano in motocicletta attraverso gli Stati Uniti, dal Minnesota alla California. Racconto fortemente autobiografico, che alterna il piano della particolareggiata descrizione del paesaggio con le digressioni filosofiche e spirituali alla ricerca del proprio io profondo, il romanzo di Pirsig è diventato nel tempo un grande classico della letteratura di viaggio.

Un indovino mi disse di Tiziano Terzani (1995)

Alfa e omega di qualsiasi ricerca sulla letteratura da viaggio, il capolavoro di Tiziano Terzani è la quintessenza dello spirito, del senso, dello scopo del viaggio di ogni essere umano. Scegliendo di credere alla profezia di un indovino cinese che, molti anni prima, gli aveva prospettato avrebbe rischiato di morire a causa di un volo aereo nel 1993, per un intero anno Terzani si sposta rigorosamente via terra e via mare – impresa particolarmente difficile per un giornalista. A capodanno si trova in Laos e per dodici mesi viaggia in Asia, attraversando Thailandia, Birmania, Cina, Singapore, isole Malesi, Indocina, Cina, Mongolia e Russia. Raccontando vita quotidiana, leggende e ulteriori profezie ci coinvolge in un viaggio lento che è soprattutto incredibilmente umano.