Intervista a Pier Ezhaya: viaggiare ha un’importante funzione sociale

Dagli scenari del turismo del futuro al valore che il turismo ha come missione sociale

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Redazione

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Pier Ezhaya, Chief Operating Officer di Alpitour World, è stato nominato recentemente nuovo presidente di Astoi Confindustria Viaggi e del Fondo Astoi a Tutela dei Viaggiatori ed è una personalità di rilievo dell’Industria del Turismo. Ha accettato di assumere la presidenza nel momento sicuramente meno felice del settore viaggi. Lo abbiamo intervistato per capire come prevede sarà il turismo del futuro.

Ci sono state diverse crisi nel turismo, come la prima Guerra del Golfo e l’11 settembre, ma è questa la maggiore crisi che attraversa il turismo?

“Hai fatto bene a ricordare la prima crisi che il turismo ha dovuto fronteggiare che era proprio nel lontano ’91 con la Guerra del Golfo e anche lì si pensava che tutto si sarebbe bloccato, poi a poco a poco ci si è abituati e si sono fronteggiate varie crisi, dalle Torri Gemelle alla primavera araba, da vari uragani al terribile Tsunami del 2004; nessuna crisi però aveva la connotazione di questa. Questa è una crisi che innanzitutto è molto lunga perché il turismo è in lockdown da marzo 2020 e probabilmente durerà ancora molti mesi; in secondo luogo coinvolge l’intero pianeta e non solo alcune destinazioni come ad esempio le Torri Gemelle che avevano coinvolto di più gli Stati Uniti o gli uragani che si verificano nei Caraibi. Questa è una crisi che di fatto mette a fatturato zero tutti i Tour Operator e annienta ogni possibilità di poter viaggiare: gli aeromobili sono a terra, gli alberghi sono chiusi e quindi è di fatto un lockdown”.

Mi pare di capire che sia difficile fare previsioni considerato anche lo sconsiglio da parte della Farnesina per i viaggi all’estero.

“Noi avevamo lavorato come Astoi nella direzione opposta cioè quella di aprire dei corridoi turistici verso Paesi che sono, diciamo, a moderato tasso di contagiosità e ce ne sono diversi che si reputano anche Covid-Free anche se poi il termine a volte è eccessivo, è però vero che molti Paesi hanno il virus sotto controllo. La nostra richiesta era quella di aprire dei corridoi adottando il modello crociere ovvero facendo un tampone prima della partenza, prima di salire a bordo degli aeroplani e poi ritornare facendo un secondo tampone prima del rientro a casa.

Questo non solo non siamo riusciti ad ottenerlo perché non sono stati aperti corridoi ma sono stati anche chiusi i pochi che erano aperti perché da 15 giorni è stato di fatto sconsigliato ai cittadini italiani di recarsi all’estero paventando la possibilità di rimanere intrappolati in destinazioni straniere; quello che è successo è che gli operatori si sono visti arrivare tante cancellazioni su quelle poche mete che erano fruibili, pensiamo alle Canarie, al Nord Europa e ad altri Paesi europei che poi erano gli unici praticabili”.

A proposito di cancellazione, qual è la policy adottata dai tour operator?

“Da quando è iniziata la pandemia la maggior parte dei Tour Operator ha adottato una linea molto flessibile perché sappiamo che il cliente è molto restio a prenotare perché non sa che cosa succederà, quindi l’unica carta di scambio che possiamo mettere sul tavolo per aiutare la domanda è consentire ai clienti di prenotare con tranquillità e poi se ci saranno le condizioni che porteranno ad annullare il viaggio si rimborserà l’intero pacchetto senza nessuna penale e senza perdere alcuna somma di denaro. Questa politica è una cosa che aiuta un poco le prenotazioni nel momento in cui la domanda è praticamente assente”.

Parlavi prima di protocolli e procedure, ad esempio quella adottata dalle crociere, crociere che adesso effettivamente sono anch’esse ferme. Nell’ipotesi di una ripresa come funzionano in maniera pratica i tamponi?

“Noi ci eravamo anche messi a disposizione per pagare, come Tour Operator, il costo del tampone. Di fatto, con un tampone si poteva andare ad esempio alle Maldive o in Egitto. Il modello crociere prevede un tampone veloce che è quello che viene chiamato tampone antigenico che non è il tampone molecolare ma ha comunque una buona attendibilità. Noi pensavamo che questa potesse essere una soluzione però poi la verità è che questo fenomeno del Covid supera continuamente le decisioni che prendi e lo vediamo anche coi tanti PCM che sono stati emessi. E’ un continuo rincorrere la pandemia che si propaga, cambia intensità e la gravità della situazione supera anche questi piccoli tentativi di poter ritornare a lavorare”

E in questo clima di incertezza le persone prenotano? Cosa è cambiato rispetto al primo lockdown?

“Io penso che ci sia un fenomeno fortemente psicologico in questo momento; più la situazione è drammatica e più tendi a rimanere un po’ più immobile, quasi in posizione di difesa. All’opposto abbiamo visto che a giugno, quando è ripartita un po’ l’estate c’era una voglia di riscatto e di uscire da quella terribile situazione che aveva caratterizzato la primavera. C’era entusiasmo e alcuni clienti prenotavano già la vacanza di Natale e Capodanno; adesso è chiaro che siamo nello stato psicologico in cui il Paese è ripiegato su sé stesso e oggi nessuno è nello stato psicologico ed emotivo di pensare alle vacanze.

Quello a cui avevamo però assistito fino a un mese fa era il fenomeno di una prenotazione molto anticipata e c’erano prenotazioni per l’estate 2021 anche perché comunque la voglia di viaggiare è una cosa che i consumatori hanno molto forte ormai e più è compressa più succede quello che noi chiamiamo “l’effetto molla” ovvero il desiderio di riscatto, di immaginarsi in un posto tranquillo, a fare una bella vacanza in un paese da scoprire. Io penso che il sogno di viaggiare non lo possa cancellare nessun virus”.

In questo senso si può ipotizzare una sorta di revenge spending?

“Credo che ci sarà un fattore contro e un fattore a favore del turismo; il fattore contro purtroppo sarà la situazione economica perché non dimentichiamo che quando chiudono i musei, i teatri, i centri commerciali, i bar e i ristoranti peggiorano le condizioni economiche di tutte le persone che sono impiegate in quei settori e purtroppo la nostra domanda è molto legata al trend economico, quindi ci sarà una domanda un po’ più debole: per contro ci sarà quell’effetto che hai definito di “revenge spending” che è stato usato in Cina per la prima volta dopo il lockdown, ossia la voglia di ripartire, di buttarsi alle spalle questo brutto momento, probabilmente la somma dei due non farà un “pareggio” ma ci andremo molto vicini quindi meno domanda ma più voglia di investire in spensieratezza e in vacanza”.\

Secondo te cambierà il modo di viaggiare, ci si affiderà di più a tour operator e agenzie e meno al fai da te? Si sentirà maggiormente il bisogno di una consulenza?

“Sì, diciamo che subito a marzo e ad aprile si è visto il valore della filiera. Noi per anni abbiamo sostenuto che la vacanza è un bene prezioso e va messo nelle mani di professionisti che ne garantiscano il successo. Il Turismo Organizzato è uscito bene perché i nostri turisti sono stati tutti assistiti, sono rientrati a casa, hanno avuto l’assistenza con voli di rimpatrio mentre purtroppo molti clienti che si sono mossi col cosiddetto fai-da-te hanno avuto qualche difficoltà in più”.

Questo periodo ci ha portato a riscoprire le bellezze del nostro Paese ma forse ci ha fatto dimenticare l’importanza, sotto molti aspetti, di visitare altri paesi, altre culture.

Mettiamola così, dal punto di vista prettamente turistico, noi viviamo probabilmente nel Paese più bello del mondo perché francamente è difficile immaginare un paese che abbia tutto quello che ha l’Italia. C’è magari un paese che ha qualcosa di più bello del nostro ma nessuno ha tutto quello che abbiamo noi. È l’insieme del nostro patrimonio artistico, paesaggistico e turistico a non avere concorrenti. E fare le vacanze in Italia è utile non solo dal punto di vista turistico, ma anche dal punto di vista economico perché è chiaro che se facciamo le vacanze in Italia aiutiamo di più l’economia del nostro Paese. Non dobbiamo però dimenticare che il turismo ha anche un valore sociale; quando noi facciamo dei viaggi in Paesi che magari sono dei paradisi dal punto di vista naturalistico ma che purtroppo hanno un’economia molto debole, noi aiutiamo di fatto quei popoli ad avere un reddito, un’economia di mantenimento.

Questo aspetto sociale ha un valore molto importante innanzitutto dal punto di vista etico, perché è giusto che tutti i popoli del mondo siano in qualche modo aiutati e il turismo è il più grande facilitatore di questo principio, di questo bellissimo e nobile scopo; in secondo luogo aiuta anche ad evitare che le situazioni degenerino e che si arrivi in regimi di estrema povertà perché la povertà porta rabbia, la rabbia porta esplosioni di violenza e questo lo abbiamo visto, ahimè, anche nel nostro continente.

Il turismo ha un doppio valore: è un piacere per il turista che viaggia, che scopre un nuovo luogo, incontra un nuovo popolo ma è anche un sostegno a Paesi che altrimenti non ce la farebbero a stare in piedi con la propria economia e vivono di turismo. Penso anche che il turismo abbia una funzione culturale molto rilevante; quindi sì, sicuramente al nostro Paese ma sì anche a paesi che possono essere aiutati grazie a questo bellissimo piacere: scoprire nuovi popoli e nuove culture e tornare anche più arricchiti essendosi confrontati con altre realtà. Ecco, non sottovaluterei questo valore profondo che ha il turismo come missione sociale di sostegno alle economie di paesi più poveri”.

E per il nostro Paese cosa rappresenta invece l’industria del turismo?

“Il turismo troppo spesso da noi è visto come qualcosa di artigianale, in realtà è un’industria in cui si muovono miliardi di euro, ci sono tantissime persone che sono impiegate in questo settore ed è un comparto che deve essere trattato come un’industria. Sarebbe bello che il nostro Paese, in cui il turismo vale quasi il 14% del PIL nazionale, considerasse questo comparto come una vera e propria industria e non un piacevole passatempo affidato a pochi artigiani. Il turismo è fatto di grandi aziende, imprese che fanno di questo settore un orgoglio anche sul piano internazionale e merita di avere la dignità di tutti gli altri settori prestigiosi e importanti del nostro Paese”.