Lungo la Via Francigena della Sicilia, un percorso nella storia

Davide Comunale ha voluto spiegare, attraverso il cammino, la storia della sua Sicilia e SiViaggia lo ha intervistato

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Da anni, insieme ai giovani dell’associazione “Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia”, Davide Comunale studia e ricerca le tracce delle antiche culture che hanno abitato la sua isola, la Sicilia.

Una terra di sole e di mare, certo, ma anche ricca di un patrimonio storico e naturale che, con i cammini, si sposano benissimo. Una passione – e un lavoro, visto che lui fa l’archeologo – che lo ha spinto a raccogliere i migliori itinerari da fare in Sicilia in due guide, “La Magna Via Francigena. Sicilia da mare a mare” e “Da Palermo a Messina per le montagne” (Terre di Mezzo Editore).

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Fonte: 123rf
La strada verso Troina

SiViaggia lo ha intervistato e gli ha chiesto da cosa è nata l’idea di scrivere queste guide.
“Immagina una rete viaria molto ramificata. Noi abbiamo studiato solo una minima parte di questa rete. Ci siamo soffermati su alcuni documenti scientifici che abbiamo ritrovato e che risalgono all’incirca all’anno Mille e che sono stati editati dalle cancellerie delle corti Normanne o Sveve e quindi sotto Ruggero II o Federico II di Svevia o sua madre, Costanza d’Altavilla. A un certo punto avevano avuto l’esigenza di fare un resoconto di tutto ciò che possedevano. Allora era in uso la donazione che veniva fatta alle abbazie e il notaio la trascriveva indicando a chi appartenevano i territori; nell’elencare i confini a volte in alcuni documenti è scappata una dicitura che è un po’ anomala per la Sicilia ovvero ‘viam frangigenam’. Ci siamo domandati perché a Sud di Roma venisse chiamata in questo modo perché è improprio. Di fatto, i Normanni sono conosciuti come ‘Franchi’, veniva usato questo termine per indicare che quella via apparteneva al potere centrale. Erano strade sotto il controllo del re o dell’Imperatore. Proprio su queste strade si sono installati i primi ‘hospitalia’, i ricoveri per i pellegrini che poi lentamente diventeranno luoghi di ospitalità per i poveri e poi gli attuali ospedali. La Sicilia era infatti una sorta di esperimento per le Crociate: se una cosa funzionava in Sicilia significava che sarebbe funzionata anche in Terra Santa.
Il fine principale di queste guide è di spiegare, attraverso il cammino, la storia, per non lasciare questa parte di storia solo agli addetti ai lavori, ma raccontando che non si tratta di un semplice sentiero ma che si sta parlando di storia”.

Cosa c’è di nuovo nella sua guida rispetto ad altri itinerari?
“Prima di queste guide non esistevano percorsi che raccontavano quella strada per intero, ma solo piccoli tratti. Alcuni pezzetti dei nostri percorsi passano dentro a strade già conosciute, ma nessuno aveva pensato di rimettere a posto quel sentiero dandogli un’ottica storica visto che questa strada era praticata fin dall’antichità”.

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Fonte: Wikimedia Commons
Il borgo marinaro di Aspra

Quanto sono lunghi questi itinerari?
La Magna Via Francigena è lunga 183 km e ha un unico filo conduttore con nove tappe che passano attraverso 20 Comuni, quattro diocesi più una variante, che abbiamo aggiunto nella nuova edizione della guida. Invece, nella Palermo-Messina per le montagne sono 375 km, divisa in 20 tappe più una tappa conclusiva che porta alla punta della Sicilia sullo Stretto di Messina, dove una volta c’era il punto di traghettamento per la Calabria e da dove partivano le navi che andavano in Terra Santa. Attraversa un territorio di quasi 40 amministrazioni. Metterle d’accordo tutte non è stato facile. Il nome della strada non è una nostra invenzione, ma risale a documenti del 1400 che indicavano che era una strada antica. C’era anche una strada gemella, la versione per le marine che correva lungo la costa, la prima ad essere attestata come Via Francigena e la più percorsa a livello storico”.

Quali sono le tappe imperdibili di queste strade?
“Sicuramente sulla Magna Via Francigena da pellegrino non perderei la seconda tappa che è quella che va da Santa Cristina Gela a Corleone dove si vedono paesaggi insoliti per la Sicilia come laghi, montagne e colline immense; la quarta tappa che va da Prizzi a Castronovo di Sicilia che è il cuore della Magna Via, importante dal punto di vista archeologico perché proprio a Castronovo hanno trovato il documento in cui si parla della Magna Via; e poi c’è Sutera, il punto di arrivo della tappa numero sei, un paese ai piedi di un enorme ‘panettone’ che la sera ogni giorno dell’anno diventa un presepe. In cima al monte c’è un santuario che probabilmente prima era un castello. Nella cripta del santuario hanno proprio di recente trovato una pietra con inciso un gioco che si faceva nel Medioevo, il che dimostra che si trattava di un insediamento reale.

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Fonte: 123rf
La campagna di Corleone

Per la Palermo-Messina direi invece la prima tappa che è lunga sul mare perché poi si sale in montagna e va da Palermo a Bagheria passando per un sobborgo che si chiama Aspra, un borgo marinaro rimasto tale e quale; poi c’è la terza tappa che porta a Caccamo, che va dall’Eremo San Felice del 1400 e che porta al castello normanno di Caccamo, uno dei castelli più belli della Sicilia; andando avanti una delle tappe più belle è quella che esce da Troina e va verso Cesarò che cammina lungo un fiume percorrendo una serie di ponti normanni molto belli; infine c’è la Riva – Messina che passa in mezzo ai boschi vergini Peloritani e arriva al mare, scollinando dal Tirreno allo Ionio.
Sulla Magna Via si lascia il mare a Palermo e lo si rivede dopo nove giorni ad Agrigento, in mezzo ci sono colline e montagne. Sulla Palermo – Messina c’è un po’ di tutto, il paesaggio è molto vario, dal mare ai campi, dalle colline alle montagne. Abbiamo fatto accordi di rete con ogni amministrazione locale che è responsabile della manutenzione”.

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Fonte: 123rf
Caccamo

Qual è la stagione migliore per fare questi percorsi?
“Di sicuro aprile – giugno e settembre-ottobre. Anche d’estate è bello perché tutto è color ocra, basta avere l’acqua, e d’inverno perché a quota mille c’è la neve e il fascino di stare in un’isola che tutti pensano abbia solo il mare quando invece ha la montagna stupisce chi fa questi percorsi. Certo, un minimo di preparazione serve sempre. I percorsi sono accessibili a tutti, li possono fare anche i bambini e gli anziani”.

Com’è cambiato il turismo da quando sono uscite le guide?
“Sappiamo con sicurezza che sulla Magna Via sono passate 1700 persone. Sono nati una cinquantina di nuovi alloggi anche di accoglienza domestica, anche portando gli amici a quattro zampe o la propria tenda da piantare nelle proprietà private. Tra poco si potranno anche percorrere a cavallo”.