Come viaggiare in Cina senza visto

Per evitare di perdere tempo con la burocrazia si può anche decidere di visitare la Cina approfittando dei transiti e dei territori autonomi presenti

La Cina è una destinazione turistica sempre più popolare.

Ora, per incrementare ulteriormente le visite, il paese ha inaugurato una serie di politiche “visa – free” che coinvolgono per ora le città principali. Oggi è dunque possibile raggiungere alcuni dei luoghi e le attrazioni turistiche principali della Cina senza visto, con la possibilità anche di visitare le zone limitrofe, approfittando dei transiti e degli scali aeroportuali.

Per permanenze brevi (di 24, 72 o 144ore), se si tratta effettivamente di uno scalo e si arriva o si va verso una delle località previste, basta semplicemente richiedere un permesso temporaneo all’arrivo. In queste circostanze viene definito come “transito” un viaggio che prevede, dopo la permanenza in Cina, il preseguo del viaggio verso un Paese internazionale terzo, compresi anche Hong Kong, Macao e Taiwan.

Ad esempio, se dovete spostarvi da New York a Londra e vi fermate qualche giorno in Cina, non avrete bisogno del visto; mentre se il vostro itinerario è New York – Pechino – New York ovviamente lo dovete richiedere. Per poter richiedere un permesso direttamente a destinazione durante lo scalo dovrete, inoltre, dimostrare già alla partenza di avere già un biglietto confermato, tramite qualsias imezzo di trasporto come treno, nave o aereo per una destinazione terza.

Se lo scalo è di sole 24 ore non è possibile lasciare la città in cui si arriva, ma eventualmente si possono fare più scali, ad esempio Milano – Pechino – Canton – Giappone, senza superare le 24 ore in ciascuna località. Spesso non è concesso però, uscire dalle aree aeroportuali. Questa regola vale per la maggior parte delle nazionalità e per quasi tutti gli aeroporti cinesi, tranne Shenzhen, Yanji, Mudankiang, Fuzhou e Huangshan.

Lo scalo di 72 ore, invece, è consentito solo a 53 nazionalità e in 18 città cinesi (Pechino, Shanghai,Guangzhou, Xi’an, Chengdu, Chongqing, Guilin, Kunming, Dalian, Xiamen, Hangzhou, Harbin, Wuhan, Tianjin, Shenyang, Nanjing, Qingdao e Changsha). In questo caso si può uscire dall’aeroporto ma non è possibile lasciare la municipalità di arrivo, tranne nel caso di Canton dove ci si può spostare anche nella regione di Guangdong. In questo caso l’aeroporto di arrivo e partenza, però, deve essere sempre lo stesso.

L’opzione più interessante riguarda il transito di 144 ore, che dal 2016 è previsto nelle città di Shanghai, nelle provincie di Jiangsu e di Zhejiang. Con il visto richiesto all’arrivo potrete spostarvi in tutta quella zona della Cina e ripartire da un aeroporto diverso da quello di partenza. Nel 2017 questa possibilità è stata estesa anche a Pechino, Tianjin ed Hebei.

Per massimizzare il vostro itinerario visa-free, tenete anche presente che per soggiornare nei territori autonomi di Hong Kong, Macao e Taiwan non è necessario un visto d’ingresso, dato che si tratta di destinazioni internazionali che esulano dalle regole del governo cinese. Combinando più città si può anche organizzare un viaggio di una settimana senza visto, ad esempio partendo da Pechino e spostandosi a Tianjin con un transito di 144 ore, poi a Hong Kong e infine a Shanghai, Suzhou e Hangzhou con un altro transito di 144 ore, per un soggiorno di  6-7 giorni in Cina.

Altrimenti, il visto turistico va chiesto circa due mesi prima ed è valido 30 giorni. Si può richiedere al Consolato Cinese di Firenze (per Toscana, Umbrie, Marche e Liguria) o al Chinese VISA Application Service Center di Milano per le regioni del Nord e di Roma per quelle del Sud. Portando tutti i documenti (passaporto, modulo di richiesta e fototessere) per tempo non dovreste avere nessun problema ad ottenere un visto turistico.