Weekend a Vejer de la Frontera, pueblo blanco sulla collina

Guida di viaggio a Vejer de la Frontera, tra case abbaglianti, sole e il vento che soffia da Levante, il castello e la memoria di Horatio Nelson in Andalusia.

Un gioiello dell’architettura arabo-andalusa, un borgo elegante e suggestivo nel suo bianco abbagliante delle case arroccate su una collina a duecento metri di altezza sulle rive del fiume Barbate e a circa 8 chilometri dalla costa: è Vejer de la Frontera, circa 13 mila abitanti, un comune spagnolo a sud di Cadice, nella comunità autonoma dell’Andalusia.

Un vero “pueblo blanco”: il colore bianco della calce disinfettava e proteggeva dal sole battente e oggi ancora punteggia la verde Sierra Morena e la Depressione Betica; Vejer de la Frontera è un paese che dalle alture guarda la Costa de la Luz da cui sale impetuoso, in alcuni giorni, il vento di Levante.

La strada che sale in paese si inerpica tra alberi e rocce. Le prime case annunciano l’abitato di Vejer de la Frontera che è andato ad occupare gli spazi dell’antico castello del X-XI secolo, di cui ancora risaltano, nel centro storico, le scure vestigia dell’antica muraglia e della struttura portante, le torri difensive e le porte d’accesso.

Le strade sono fatte di ciottoli e il centro storico è quasi completamente pedonale, con l’unica eccezione dei residenti che a volte guidano per le strade. Vejer de la Frontera non è molto grande e può essere facilmente girata a piedi, il modo migliore per vedere tutto ed apprezzare i molti deliziosi dettagli che vale la pena osservare.

Il paese è ordinato e assai accogliente: è una vera festa per gli occhi e lo spirito di chi lo visita, con i suoi negozi di oggetti tipici, gli angoli che parlano del passato moresco di Vejer de la Frontera, la splendida plaza de España con la sua meravigliosa fontana di maioliche decorate.

L’economia locale si basa principalmente sul turismo: da qui discendono la grande quantità di ristoranti che propongono gli ottimi piatti della tradizione locale e le tante accoglienti caffetterie. A Vejer de la Frontera ci sono molte occasioni per mangiare con vista sulle rovine del castello e la moltitudine di case bianche.

Le rovine del castello di Vejer de la Frontera sono facilmente riconoscibili nel paesaggio urbano. Se le fondamenta più antiche sono del X-XI secolo, ai tempi del primo emiro omayade dell’Andalusia Abderramán I (Abd al-Rahmán), la costruzione fu poi completata in stile gotico nel XIV secolo. Nel 1931 il castello fu dichiarato monumento nazionale per la sua storia e per l’importanza che riveste nella regione.

Alcune case sono direttamente addossate alle mura, caratteristica unica che non si trova in nessun altro posto. Le strade di ciottoli di Vejer de la Frontera passano attraverso grandi archi in mattoni e la vegetazione si inerpica sui muri spogli. Un dettaglio solo apparentemente insignificante, un angolo visuale insolito e si immagina come poteva essere il castello, nella sua integrità, durante il Medioevo.

Oltre agli storici elementi difensivi, emerge, in una altra parte del centro di Vejer de la Frontera, la sagoma della iglesia parroquial del Divino Salvador, costruita, come spesso accade in Andalusia, sulle ceneri di un’antica moschea. In questa chiesa si apprezzano due differenti stili, quello gotico-mudéjar, del XIV secolo, e quello tardo gotico, del XVI secolo.

La chiesa è sicuramente il monumento storico più rilevante del paese. E ugualmente importanti sono i numerosi conventi, la Casa del Mayorazgo, il palazzo del Marqués de Tamaron e diversi edifici rinascimentali, ad impreziosire questo delizioso borgo andaluso, vera fusione tra passato e presente.

A Vejer de la Frontera spesso il suono del flamenco si diffonde per le strade, proveniente da uno dei bar autentici dove si suona splendida musica spagnola e si balla tutte le sere. È un altro aspetto che rende irresistibile questo angolo di Spagna affacciato sull’Atlantico, irresistibile e memorabile proprio come quel pezzo di costa dove, davanti a Capo Trafalgar – a Los Caños de Meca, antica località del comune di Vejer de la Frontera – nel 1805, l’ammiraglio inglese Horatio Nelson vinse la storica battaglia navale.

Un tocco di particolare fascino, poi, è conferito al luogo dai tre bellissimi mulini a vento storici che sorgono in cima alla collina, dietro la parte più antica di Vejer de la Frontera. Come le rovine del castello, questi mulini rappresentano uno sguardo nel passato del borgo. L’accesso all’area è libero e uno di questi può anche essere visitato: ci sono antichi utensili esposti e vecchie fotografie appese al muro, oltre che cesti di cereali aggiunti per ricreare una atmosfera autentica.

Mulini a vento dismessi e decadenti, mulini recuperati e riqualificati, ma anche i mulini moderni, sono gli elementi onnipresenti del paesaggio di Vejer de la Frontera, che si presenta semplice ed equilibrato, dove l’attività turistica è presente ma non emerge, dove il turista è ben accolto. Il bianco paesino di Vejer de la Frontera offre tutta l’elegante intimità e la quiete necessarie ad una vacanza che sia di riposo e contemplazione. Oppure, se si vuole, irresistibilmente romantica.