Kagami Numa, il lago dove si incontravano due draghi innamorati

Un autentico spettacolo della natura che incanta il mondo in appena una settimana

Incastonato a 1613 metri di altezza sulla vetta del Monte Hachimantai nel Giappone nord-orientale, si cela Kagami Numa, un misterioso e affascinante specchio d’acqua che, se durante la primavera e l’estate potrebbe appare piuttosto ordinario, durante la primavera svela sua vera natura.

Infatti, durante il disgelo primaverile, la lastra di ghiaccio che si trova sulla superficie inizia a sciogliersi e la neve rimane al centro del lago formando una pupilla con attorno l’anello d’acqua a delineare l’occhio di un drago, da qui il nome di “Dragon Eye”.

Il suggestivo fenomeno dura appena una settimana, dalla fine di maggio all’inizio di giugno, ed è favorito dalle temperature e dalla profondità del lago: l’acqua si scalda dapprima lungo tutta la circonferenza (dove è più bassa) facilitando così lo scioglimento e creando un’isola di ghiaccio al centro. Inoltre, spesso il vento spazza il ghiaccio e regala l’illusione di un occhio in movimento.

Un autentico spettacolo della natura che è diventato virale nel 2016 quando un turista ha scattato una foto dell’anello bianco e lo ha chiamato “occhio di drago” sui social media. Da allora il lago è meta di turisti da tutto il mondo che non vogliono perdersi il curioso avvenimento.

E la bellezza del luogo si ammanta di magia. Infatti, i draghi sono da sempre protagonisti delle leggende giapponesi e si narra che il lago sia dove un giovane si trasformò in drago dopo aver bevuto a uno stagno vicino.

L’amore che lo legava a un altro uomo trasformato in drago e bandito al lato opposto della montagna impedirebbe ai laghi della zona di congelarsi completamente durante la tarda primavera.

Oggi alcuni visitatori lasciano anche offerte per questi draghi, considerati gli dei della zona.

Il lago Kagami Numa sarebbe quindi il luogo d’incontro di due draghi esiliati e innamorati e il suo fascino misterioso non smette di suscitare meraviglia. Così come il colore dell’acqua cristallina e la sua capacità di riflettere la luce e le sagome degli alberi che lo abbracciano, aspetti che gli hanno valso il nome di “specchio”.

Sull’altopiano che attraversa il confine tra Akita, Iwate e Honshū la magia della natura incontra l’incanto della leggenda.