5 cose da fare a Tunisi, tra spiritualità e artigianato

Tra suk e moschee, la capitale della Tunisia regala al turista un cocktail di emozioni contrastanti e sorprendenti

A poco più di un’ora di volo dai principali aeroporti italiani, c’è una città dalle mille sfaccettature pronta a lasciarvi senza fiato: parliamo di Tunisi, una località ricca di sorprese e attrazioni, scrigno, come se non bastasse, di antiche tradizioni tutte da scoprire. Una capitale ben diversa dalle grandi metropoli d’Europa, il cui fascino mediterraneo e la storia millenaria aprono infiniti scenari ai turisti che la scelgono come destinazione per le proprie vacanze.

Da una parte c’è la Medina, un centro storico la cui architettura coloniale sarebbe riconoscibile fra mille. Dall’altra c’è la città nuova, dall’aspetto decisamente più moderno ma ugualmente rispettoso di quel bagaglio di tradizioni che fa della Tunisia un luogo in cui il tempo è assolutamente relativo. Ma quali sono, in mezzo a tante meraviglie, le 5 cose da fare a Tunisi, per respirarne la storia e l’atmosfera a pieni polmoni? Scopriamolo insieme.

Visitare la moschea di Al-Zaytuna

C’era una volta a Tunisi, o almeno così dice la leggenda, un oratorio costruito all’ombra di un gigantesco ulivo. Si trovava nel cuore della kasbah ed era luogo di ritrovo di poeti, filosofi e giuristi islamici. Laddove un tempo sorgeva questo piccolo ma importantissimo luogo di preghiera oggi si erge, fiera in tutta la sua maestosità architettonica, la moschea di Al-Zaytuna, che non a caso è una delle principali attrazioni della Tunisia.

Zaytuna significa appunto ulivo, omaggio esplicito alle leggende che si narrano a proposito di questo angolo del Nordafrica. Il santuario, costruito orientativamente nell’anno 732, occupa una superficie complessiva di 5000 metri quadri. Dispone di 9 ingressi e si regge, udite udite, su ben 184 colonne, presumibilmente provenienti dal sito archeologico di Cartagine.

Scoprire la cattedrale di San Vincenzo

In piazza dell’Indipendenza, di fronte al palazzo che ospita l’ambasciata francese, c’è la cattedrale di San Vincenzo de’ Paoli, intitolata alla memoria dell’omonimo presbitero d’Oltralpe passato alla storia come uno dei più importanti riformatori della Chiesa cattolica. Ma cosa c’entra questo personaggio con Tunisi? Semplice: nel 1605 venne catturato dai pirati turchi e venduto come schiavo proprio in Tunisia, per poi essere liberato due anni più tardi.

L’edificio di culto che porta il suo nome, ad oggi proprietà del Vaticano, è semplicemente meraviglioso. La facciata romanico-bizantina è sovrastata da due splendide torri campanarie, a loro volta adornate da altrettante cupole in stile arabesco. Al suo interno trovano spazio diversi affreschi di grande valore, alcuni dei quali raffigurano i martiri cristiani d’Africa.

Ammirare la Torre dell’Orologio

Il “Big Ben” tunisino, ovvero la Torre dell’Orologio che fa bella mostra di sé in Place 14 Janvier, è uno dei monumenti più iconici dell’eclettica Tunisi. Architettonicamente parlando strizza l’occhio a quello che è il simbolo indiscusso di Londra, mentre la strada e la piazza su cui si affaccia riproducono alla perfezione lo stile raffinato ed europeo degli Champs-Élysées parigini.

Dopo la foto di rito ai piedi della torre, che tra obelisco e orologio è alta all’incirca 40 metri, non resta quindi che marciare in direzione di Avenue Habib Bourguiba. Il lungo viale pedonale, costeggiato su ambi i lati da boutique, bar e locali alla moda, è la destinazione perfetta per chi ama mescolarsi con la gente del posto e cogliere ogni singola sfumatura della vita nella capitale tunisina.

Mangiare la chakchouka

Speziata e saporita come la quasi totalità delle ricette tipiche della tradizione tunisina, la chakchouka è un piatto cult da gustare almeno una volta nella vita. Si tratta sostanzialmente di una sorta di peperonata in perfetto stile mediterraneo, che rispetta in toto la regola fondamentale della tradizione culinaria locale: anche se sono in pochi a saperlo, quella tunisina è una cucina rossa, perché rossi sono gli ingredienti che non dovrebbero mai mancare nella preparazione delle varie pietanze.

La chakchouka è in questo senso ossequiosa nei confronti delle usanze, tant’è che al suo interno troviamo sia i peperoni piccanti che il pomodoro e l’harissa, la mitica salsa magrebina a base di aglio e peperoncino fresco. Tre ingredienti, appunto, rigorosamente rossi. Completano questo piatto gustosissimo verdure di stagione, uova, prezzemolo e spezie a go-go. E, se lo vorrete, un po’ di pane sapientemente sbriciolato sul vostro stufato, per la “scarpetta” finale.

Comprare le ceramiche

Lo shopping a Tunisi ha tutto un altro sapore. Non c’è tempo da perdere con magneti e t-shirt celebrative, perché l’unico souvenir che vale la pena portare a casa con sé, dopo questa bellissima incursione nel Nordafrica, sono le ceramiche. La tradizione artigianale di Tunisi non ha rivali e trova la sua massima espressione nelle caratteristiche botteghe in cui ci s’imbatte passeggiando per la Medina.

Queste botteghe sono generalmente suddivise in suk tematici. Quello dedicato alle ceramiche, sia incise che dipinte a mano, è un tripudio di colori e fantasie d’ogni tipo. Tra splendidi piatti da portata decorati e vasi artigianali, ciotole e decorazioni da appendere, scegliere l’articolo che per sempre ci ricorderà il nostro splendido viaggio a Tunisi – provare per credere – potrebbe rivelarsi una vera e propria impresa.