Viaggio a Safi, il paradiso del surf del Marocco

Cosa fare a Safi, cittadina della costa occidentale del Marocco ricca di spiagge. Data la cordialità della sua gente vale la pena farci una tappa.

Situata lungo la via che porta a Essauria, Safi è una di quelle mete che il turismo organizzato spesso dimentica. Ma la sua storia, le sue ceramiche e le sue spiagge ne fanno la meta ideale per una tappa autentica nella vita quotidiana del Marocco. Con il suo porto, che è uno dei più importanti del Paese, Safi è famosa per la lavorazione delle sardine, il suo prodotto tipico. Fra l’altro per pochi dirham se ne possono mangiare tantissime e di sapore delizioso.

La parte nuova di Safi è una zona residenziale e tranquilla. Con i suoi viali alberati e le ville dalle mura di calce bianchissime, offre la possibilità di scovare deliziosi scorci di vita cittadina. Anche se il vero cuore di Safi è la sua Medina, che sorge nella parte vecchia della città e che, con i suoi mercati artigianali e con quello che resta della mai completata cattedrale portoghese, vale certamente una visita.

Complice il clima di Safi che è fra i più miti del Marocco, e la potenza dell’Oceano Atlantico su cui si affaccia, la città è famosa per le sue onde che ne fanno il paradiso dei surfisti. Grazie alle sue onde, fra le più alte del Marocco, nel 2006 ha ospitato il Billabong Challenge, la sfida del surf ideata da Gordon Merchant, il fondatore della Billabong, insieme con il filmaker Jack MacCoi. Se volete surfare siete quindi nel paradiso giusto!

A Safi infatti si può prendere the Garden, il tubo-onda più potente del Marocco, lungo centinaia di metri. Lo sanno bene i surfisti più bravi che riescono a cavalcarla anche per 15 secondi. L’impresa è stata superata da Edouard Delpero, così come da Kelly Slater che ha cavalcato il tubo nel 2009.

La spiaggia di Lala Fatna è uno dei 10 posti al mondo dove cercare l’onda perfetta. Si trova 15 km a nord di Safi e la strada che la raggiunge è già una bella meta di per sé. Anche se smaniate dalla voglia di mettere in acqua la tavola, non perdetevi il panorama mozzafiato delle rocce a picco sull’oceano e della vista che si gode dalla loro sommità. Una stradina vi porta alla spiaggia delle onde, e il fragore dell’oceano vi dirà che siete arrivati al posto giusto. Se non avete con voi la tavola da surf c’è un piccolo bar che le affitta.

Nella zona sud, a poco più di 30 km da Safi, c’è Souiria Lakdima, la spiaggia più frequentata della città e purtroppo per questo a volte anche la più sporca. Quando l’inciviltà non ha la meglio questa meta è un incanto. Souiria Lakdima vanta infatti una sabbia finissima che si tuffa nell’oceano; inoltre è rinfrescata dai venti e in estate può riservare anche dieci gradi in meno rispetto alla città. Per raggiungerla c’è anche un autobus che segue la linea della costa.

Se non sapete surfare, il Safi Surf Club potrà darvi lezioni di base o di livello più avanzato se volete migliorare. E se non avevate messo in programma l’attività, potrete anche noleggiare le tavole. Il Club propone anche camere con wifi, aria condizionata e bagni privati, oltre alla possibilità di gustare una deliziosa cena tipica del Marocco, rigorosamente cucinata con le preziose tajines di Safi.

A metà strada tra Safi e Oualidia, si trova invece la spiaggia di Cap Beddouza, un piccolo paradiso fatto di distese di sabbia dorata, del blu dell’oceano e da un’atmosfera tranquilla che al tramonto si tinge di porpora e luci soffuse. L’imponente faro che si erge sul promontorio rende la baia ancora più magica.

Spostandosi verso l’interno, a un centinaio di chilometri da Safi si trova la Réserve Royale des Gazelles che ospita oltre 300 gazzelle del deserto, una specie originaria della regione di Al Haouz. La riserva è classificata come sito di interesse biologico ed ecologico e rappresenta una delle più antiche riserve di fauna del Marocco.

Come per la riserva naturale, gli scenari di Safi cambiano molto se si lascia la costa e ci si addentra nell’interno del Marocco. Le caverne a Charkarkar sono grotte scavate nella roccia che possono essere meta di speleologi professionisti, ma anche di semplici amanti dei fenomeni del suolo se si resta nelle zone sicure. Le grotte infatti scendono fino a 390 metri e vanno affrontate in sicurezza. La grotta di Ghar Gorani custodisce i resti di un insediamento preistorico e rappresenta una meta davvero inusuale che vale la visita.