Viaggio nella natura attorno alla capitale della Mongolia

Qualche consiglio per godere della natura più selvaggia e incontaminata della Mongolia, proprio a due passi dalla capitale Ulan Bator

Bellissimi templi buddhisti, splendidi Palazzi dai profili dorati, alte statue e monumenti. Questa è Ulan Bator, bellissima e poco conosciuta capitale della Mongolia, ancora fuori dai circuiti turistici più frequentati, ma perfetta per i veri viaggiatori che amano la scoperta. Una città nel cuore dell’Asia meno popolata e più selvaggia, quella fatta da chilometri e chilometri di steppa in cui solo raramente si incontra qualche pastore nomade.

È a Ulan Bator, infatti, tra gli alti grattacieli moderni e le tipiche yurte, che abita circa la metà del totale della popolazione del paese. Il resto del territorio è quasi completamente disabitato, ma non per questo meno interessante. Poco fuori dal centro della capitale mongola, spostandovi in macchina tra paesaggi naturali incomparabili, potrete godere della tranquillità e del fascino della natura incontaminata.

Prima di spostarvi dalla città, però, vale la pena di fare un salto a Zaisan Hill, una piccola oasi di pace nella periferia della capitale, dall’alto della quale si gode di una fantastica vista panoramica su tutta la zona. Sulla collina sorge il Memorial Zaisan, un grande monumento commemorativo costruito dai russi in onore di soldati ed eroi ignoti morti durante le diverse guerre della storia della Mongolia. Si tratta di una sorta di altare circondato da un grande murale circolare che raffigura scene di amicizia tra i popoli.

Pensate che, secondo un’antica leggenda, la collina di Zaisan era stata messa lì dai ministri dei monasteri, per dividere il monte Chingiltei dal monte Bogdkhan tra i quali non scorreva buon sangue. Un tempo infatti, i rapporti tra loro erano talmente tesi che nella zona si scatenavano spesso tempeste e bufere, dovute, secondo i monaci, all’influenza di un demone. Sembra quindi che da quando la collina separa i due monti non ci sia stato più alcun disastro naturale.

Se avete già visitato i bellissimi templi e i maestosi palazzi della capitale mongola, allora potete lasciare la città e dedicare un po’ di tempo alla scoperta dei meravigliosi parchi naturali che ci sono poco lontano. Una terra ancora selvaggia regalerà paesaggi naturali incomparabili e vi darà modo di conoscere le secolari tradizioni ancora in uso tra le popolazioni nomadi delle steppe.

Ma mi raccomando, mettete nello zaino abbigliamento pesante, perché la capitale della Mongolia è considerata la capitale più fredda del mondo e anche le zone vicine non sono da meno. Il clima è subartico influenzato dai monsoni: la temperatura media annua è di -1,3°C, con brevi e tiepide estati e freddi, secchi e lunghissimi inverni, con temperature che arrivano normalmente a -25°C.

Hustai National Park
Un centinaio di chilometri a ovest della capitale, nella provincia del Tôv, tra prati sconfinati e verde a perdita d’occhio, c’è il Parco nazionale di Hustajn Nuruu, noto anche come Parco nazionale Khustai. Passeggiando tra i sentieri nelle colline del parco, dove non un solo albero o cespuglio farà capolino tra i prati, non vi sarà difficile incontrare, assolutamente allo stato brado, magari mentre si abbeverano nelle acque del fiume Tuul, i cavalli della Mongolia.

Il cavallo della Mongolia, o Takhi o cavallo di Prezwalski, è il simbolo del paese. A causa della drastica diminuzione del numero degli esemplari, l’animale è stato a rischio estinzione fino alla fine degli anni ‘70, quando è stata creata la “Fondazione per la preservazione e la protezione del cavallo di Przewalski” e nel 1990 diversi esemplari sono stati reinseriti proprio tra i prati di questo parco. Oggi ce ne sono circa 300 e vivono esemplari, selvaggi, indomabili e mai addomesticati.

Gorkhi-Terelj National Park
Poco fuori dalla capitale della Mongolia, questa volta appena qualche chilometro a nord-est, un altro bellissimo parco vi regalerà la sorpresa di un ambiente in perfetto stile alpino proprio nel bel mezzo dell’Asia. Il paesaggio del Gorkhi-Terelj National Park è quasi surreale, soprattutto per chi magari proviene da un giro del paese e ha attraversato chilometri e chilometri di stecca e di deserto del Gobi senza incontrare nemmeno una pianta.

Qui invece pini, betulle e conifere crescono rigogliose, quasi come se tutte le piante del paese si fossero concentrate in questo parco. Siamo a circa duemila metri sul livello del mare ma non fa freddo e la temperatura, tutto sommato abbastanza mite, permette di passeggiare tra i sentieri del parco, lasciarsi affascinare dai numerosi campi che ricostruiscono le abitudini di vita dei nomadi della steppa del 13° secolo, scalare la particolarissima Turtle Rock e fermarsi per una visita quasi obbligata, al Monastero “della meditazione”.