Alla scoperta della Valtidone, una terra antica d’acqua e di castelli

Tra le province di Pavia e Piacenza c'è una valle che ha una storia molto antica

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Per chi viene dal Nord Italia, è un po’ come visitare le colline del Chianti. Il paesaggio, un po’ meno dipinto e un po’ più genuino, ricorda molto quello toscano. Colline a perdita d’occhio coltivate a vigna, casolari isolati, castelli e fortezze e tanto buon cibo. E tutto ciò non troppo lontano da casa, tanto da essere una delle mete predilette dei lombardi per una gita da fare anche in giornata.

Siamo nella Valtidone, una vallata tra le province di Pavia e Piacenza che prende il nome dal torrente Tidone che l’ha formata. S’incunea tra la Val Luretta da una parte e la Valle Staffora e l’Oltrepò Pavese dall’altra, all’ombra del monte Penice che, con i suoi 1.460 metri, è una delle montagne più alta dell’Appenino ligure.

Il monte domina tutta la zona collinare della valle, disseminata di vigneti fino alla pianura, dove il torrente poi confluisce nel Po. Di tanto in tanto, dalle cime dei colli spuntano campanili, torri e soprattutto fortificazioni, mentre giù, nella zona pianeggiante, è tutto un insieme di percorsi di trekking e di cammini, di sterrati da percorrere in bicicletta o a cavallo costeggiando i torrenti.

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Fonte: 123rf
Il Castello di Rivalta @123rf

Tra i tanti sentieri che si possono fare, quello del Tidone, lungo 43 chilometri, è sicuramente tra i più suggestivi. Si può percorrere anche solo in parte in quanto è diviso in 18 tappe. Ci si immerge tra i boschi e si costeggiano corsi d’acqua. È decisamente rilassante e perfetto per ritrovare la serenità in mezzo alla natura e lontano dai rumori delle città.

Con la bella stagione, sono molti i turisti che amano trascorrere una giornata al lago di Trebecco, un bacino artificiale nei pressi di Molato di Nibbiano. Si tratta della poderosa Diga del Molato, ultimata nel 1928, la cui acqua viene utilizzata per l’irrigazione dei campi e per la produzione di energia elettrica. Qui ci sono piazzole per la pesca sportiva, aree di ristoro e un percorso ciclo-pedonale nel verde, diversi agriturismi e maneggi.

Nella valle si contano numerosi castelli e manieri, spesso inseriti in contesti naturali mozzafiato. Quella di Piacenza, infatti, è la provincia più ricca di castelli di tutta l’Emilia Romagna: se ne contano all’incirca una trentina. Testimoniano l’importanza strategica che hanno avuto nei secoli i territori piacentini e alcuni si possono visitare stagionalmente.

C’è da dire che i primi a costruire dei presidi fortificati furono i Romani che elevarono i loro “castrum” sia in pianura sia in collina, in modo da controllare le tribù dei Liguri e dei Celti, oltre alle vie di transito. Nel Medioevo erano due i percorsi più importanti che attraversavano il piacentino: la Via Francigena, che conduceva i pellegrini da Canterbury fino a Roma (e che si può percorrere anche oggi), e la strada attraverso la Val Trebbia che rappresentava il passaggio verso il mare. Quando i castelli non servirono più allo scopo difensivo, furono trasformati in lussuose residenze arricchite con bellissimi arredi e affreschi. Tra i più belli, il Castello di Agazzano, il Castello di Rivalta e il Castello di Zavattarello. Nella Rocca d’Olgisio e nel Castello di Tassara si può anche soggiornare, come dei veri Re.

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Fonte: 123rf
Il Castello di Agazzano @123rf

Girando per la Valtidone ci si imbatte anche tra pievi, chiese e santuari di diverse epoche. Essendo attraversata dalla Via Francigena, infatti, rappresentavano delle tappe fondamentali per i pellegrini che venivano accolti. Lo stesso Arcivescovo di Canterbury Sigerico attraversò il Po a Calendasco nell’anno 990 d.C. di ritorno dal suo viaggio a Roma dove ricevette l’investitura dal Papa.

Tra gli edifici religiosi più importanti di questa zona, da sempre meta di pellegrinaggio, c’è il Santuario della Beata Vergine in Santa Maria del Monte che domina una vallata. La costruzione originaria risale addirittura all’VIII secolo, ma fu ampliata dopo il Medioevo.

La Valtidone è anche una terra di tradizioni e di buon cibo. Solo per quest’ultimo vale un viaggio. La cucina qui è molto gustosa grazie ai salumi piacentini, alcuni caserecci come il salame gentile, la mariola, il “gras pist” (lardo di maiale tritato al coltello e aglio) e i famosissimi ciccioli o “graséi”, pezzi di carne e grasso di maiale cotti, salati ed essiccati.

Vista la natura agricola delle colline di questa valle emiliana, sono molte le aziende agricole sul territorio, le principali delle quali si dedicano alla coltivazione dell’uva da vino (Gutturnio, per il rosso, e Ortrugo, il bianco). Ogni anno nel periodo della vendemmia si tiene uno degli eventi enogastronomici più importanti della zona, il Valtidone Wine Fest – quest’anno in una Smart Edition – che dura due weekend. Il primo, previsto per il 5-6 settembre a Borgonovo, è “Ortrugo&Chisola”, e unisce la degustazione del vino bianco autoctono di otto cantine del territorio piacentino alla tipica focaccia con i ciccioli, mentre il secondo, il 19-20 settembre a Trevozzo, è la Sagra del Buslàn che prevede la degustazione di prodotti della zona.

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Fonte: 123rf
Cascine tra i vigneti della Valtidone @123rf