In Val di Susa, Rama è l’Atlantide che nessuno conosce

La leggenda ci narra della nascita di un luogo magico e perfetto, nascosto nella notte dei tempi

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Redazione

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In Val di Susa esistono alcuni resti di una città ricca di magia, storia e leggende: parliamo di Rama, un luogo favoloso avvolto da sempre in un alone di mistero. Si sa molto poco della civiltà che probabilmente ha contribuito alla sua effettiva creazione, ma è conosciuto il passaggio di popolazioni di diversa origine: pare che alcune di queste provenissero dall’India e il nome Rama lo confermerebbe, ricordando una delle principali divinità di quella terra.

Valle di Susa
Fonte: iStock Ph. argalis
Valle di Susa, Ph. Argalis (iStock)

L’eco dei giorni ricchi di quel tempo e la storia di uomini che sono stati veri maestri di scienza e arti magiche, vivono ancora nel ricordo lasciato nel triangolo rappresentato su una piantina risalente al 1764, tra Bussoleno, Chianocco e San Giorio, poco più a nord di un corso d’acqua chiamato il “rivo di Ramà“.

Le cronache descrivono Rama come una città dalle fortezze megalitiche, che richiamavano quelle del Perù e dell’Oceania. La sua origine viene attribuita al Dio Fetonte, che dopo essere sceso dal cielo in tempi non ben identificati, avrebbe trasmesso la sua conoscenza attraverso una grande ruota forata d’oro. Ma Rama viene raccontata ai posteri anche come il luogo dove veniva conservato il Graal da creature semidivine, nonché la culla dell’origine della tradizione celtica in Europa, per la precisione in Piemonte.

Quel Piemonte ricco di paganesimo, segreti e ricerche storiche da analizzare, ma anche di ipotesi che strutturano il suo sviluppo, da una lontana terra remota oltre l’Oceano Atlantico, distrutta da un tremendo cataclisma: gli abitanti, miracolosamente sfuggiti a una morte certa, sembra siano giunti in Val di Susa attraverso le Alpi, costruendo una città ciclopica e favolosa, centro di cultura e scienza decisamente superiore al resto del mondo.

Bussoleno
Fonte: 123RF Ph.Edoardo Schiari
Bussoleno, Ph.Edoardo Schiari (123RF)

Si dice anche che sia stata costruita con enormi massi di pietra perfettamente squadrati e posti uno sull’altro con una perfetta tecnica di ingegneria, e che non sia un caso che sia circondata dalle rocciose e impervie montagne: queste ultime dovevano fare funzione di controllo naturale, regalando potenza e somma regalità. I lunghissimi portici che partivano da Bussoleno fino alle ghiaie isolate di Bruzolo, terminavano alla riva della Dora Riparia proiettandosi con un agglomerato urbano di immense dimensioni fino alle porte della metropoli della Mole: era la città sede del popolo e dei sapienti.

Il Roc-Maol (il Rocciamelone), era la sede estiva degli abitanti di Rama che, con l’arrivo delle afose giornate, si trasferivano sui suoi pendii alla ricerca della frescura montana, ma la sua vetta rimaneva riservata ai sacerdoti e ai sapienti che si riunivano lassù per osservare, discutere e studiare i fenomeni celesti. Il paradiso terrestre che si era creato, non lo era solo per la natura piemontese ma anche per la popolazione. Si narra infatti che uomini e donne avessero caratteristiche uniche: dotati di una bellezza non comune, con un fisico perfetto e completamente immuni a qualsiasi tipo di malattia, quindi la morte avveniva solo per età e dopo moltissimi anni.

Tutto ciò che ci è stato tramandato come leggenda, ha in realtà poche certezze: qualcuno sostiene che Rama sia scomparsa all’improvviso distrutta da un diluvio terrificante che ha procurato enormi frane che hanno sommerso tutto, segreti compresi; altri raccontano di un terremoto così violento da inghiottirla completamente in una voragine senza fine.

L’unica cosa certa è che non sarà mai facile sciogliere l’enigma, ma è quasi chiaro che nella Valle di Susa, alcune persone scelte nella notte dei tempi, si tramandano da generazione in generazione l’alto onere di Custodi Secolari del segreto lasciato agli eredi di Rama, ben lontani da raccontare tutta la verità sull’Atlantide italiana.

Un doveroso ringraziamento per tutte queste ricerche e informazioni va a Giancarlo Barbadoro che  ha dedicato gran parte della sua vita a questa eccezionale scoperta. Per maggiori approfondimenti vi invitiamo a leggere il libro di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero dal titolo “Rama. Antica città celtica: Piemonte megalitico tra storia e leggenda”.

 

Il Roc-Maol
Fonte: Wikipedia Ph. Sbisolo
Il Roc-Maol, il Rocciamelone, Ph. Sbisolo (Wikipedia)