Un paradiso chiamato Repubblica Dominicana

La Repubblica Dominicana è pronta a ricevere i turisti internazionali a partire dall'1 luglio

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

La Repubblica Dominicana è pronta a ricevere i turisti internazionali a partire dall’1 luglio. La Comisión de Alto Nivel para la Prevención y el Control de Coronavirus ha imposto l’applicazione di protocolli sanitari speciali per aumentare le dovute misure di prevenzione e assicurare a tutti i visitatori una vacanza tranquilla.

Il ministero del Turismo ha assicurato che la maggior parte degli hotel sarà operativa a partire da questa data, visto che i protocolli di sicurezza sono già disponibili e sono stati approvati dagli enti pubblici preposti e presentano le caratteristiche stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Lo scorso mese di febbraio, prima della quarantena, SiViaggia aveva intervistato Neyda García, direttrice dell’Ente del turismo dominicano in Italia, che aveva consigliato di visitare quelle aree della repubblica Dominicana meno conosciute, puntando su sostenibilità e turismo ecologico. Con grande lungimiranza, mai come oggi, infatti, per via del distanziamento sociale che dovremo rispettare, questi luoghi si rivelano la scelta migliore da fare in un viaggio nella Repubblica Dominicana.

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Fonte: Ufficio stampa
Le Dunas de Baní, nella penisola di Las Calderas @Ufficio stampa

Per evitare l’eventuale folla delle spiagge più note, uno dei luoghi più paradisiaci e meno conosciuti del Paese è Cayos los Siete Hermanos, un arcipelago di isolette vergini che delimitano un’area corallina di 30 chilometri, con un’incantevole fauna marina.

A Sud-Ovest, le provincie di Pedernales e di Barahona sono regioni ancora emergenti del turismo dominicano, che conservano la natura più incontaminata. A Pedernales, per esempio, c’è una spiaggia “pazzesca”, la definisce Neyda García: Bahía de las Aguilas, dove non c’è assolutamente niente. Deve essere apparsa tale e quale quando, nel 1492, Cristoforo Colombo vi mise piede per la prima volta. Situata all’interno del Parque nacional Jaragua, è un Eden incontaminato, dove le acque limpide e cristalline del Mar dei Caraibi lambiscono una spiaggia bianchissima, da vera cartolina.

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Fonte: Ufficio stampa
La spiaggia di Bahía de las Aguilas @Ufficio stampa

A Barahona, invece, si trova la più grande laguna della Repubblica Dominicana, la Laguna de Oviedo, con un livello di acqua salata tre volte superiore a quello del mare. È una delle mete del birdwatching, ma tra le sue fitte paludi di mangrovie si possono avvistare aironi reali, aironi azzurri, aironi bianchi maggiori, spatole rosate, pellicani, pappagalli e meravigliosi fenicotteri rossi. È questa la parte più bella dell’isola, secondo García, che da dominicana se ne intende.

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Fonte: Ufficio stampa
Il Parco Nazionale Los Haitises a Samana @Ufficio stampa