Dubai, alla scoperta del lato selvaggio

Non è solo grattacieli, centri commerciali e tanto lusso: c'è un luogo, a Dubai, in cui scoprire il lato più selvaggio degli EAU

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Redazione

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Ciò che fa di Dubai una città unica è, come tutti sanno, il suo essere stata costruita nel cuore del deserto. Ma c’è un modo per fuggire dal suo lusso, dalle sue luci sfavillanti, e raggiungere così i suoi dintorni selvaggi e più autentici.

Circa il 15% del territorio degli Emirati Arabi Uniti è composto da riserve naturali. E non si parla solamente di sabbia e di deserto. Ci sono aree ricche di vegetazione, di una fauna che si è adattata al clima secco e talvolta torrido. Se si sa dove andare ci si può imbattere in vere e proprie rarità, come l’orice arabo, che si pensava fosse estinto ma che qui, nei dintorni di Dubai, ancora vive.

Tra le più belle e le più vaste riserve vi è infatti la Dubai Desert Conservation Reserve (DDCR), creata nel 2003 con un investimento di 21 milioni, donati dalla Emirates Airlines e dal governo. Negli ultimi quindi anni, la DDCR ha protetto e permesso di riprodursi a specie di insetti fino a quel momento sconosciute, ha permesso di avvistare rari esemplari di aquila dorata oltre all’ancor più rara volpe di Rüppell. Ma è probabilmente proprio l’orice arabo il suo più grande successo. «Abbiamo iniziato con la reintroduzione di 70 esemplari, poi con altri 30: oggi sono 600 gli orici che vivono nella riserva», ha spiegato il Conservation Manager Greg Simkins.

Ma, la DDCR, ha anche un ruolo nel turisnmo della zona: oltre 300.000 viaggiatori scelgono di visitarla ogni anno, con gite di un giorno oppure con soggiorni che includono una notte all’interno dell‘Al Maha resort. Un resort firmato Marriott che, da vent’anni, è l’unico hotel della riserva. «Lavoriamo per ridurre al minimo l’impatto del turismo: ricicliamo l’acqua, la utilizziamo per l’irrigazione. E abbiamo una certificazione di eco-sostenibilità», fa sapere la General Manager Arne Silvis.

Ed ecco quindi che, in vista dell’Expo che nel 2020 porterà a Dubai – secondo le stime – 20 milioni di turisti, la conservazione del suo patrimonio selvaggio non è solo questione d’affari, ma è anche (e soprattutto) una questione di salvaguardia ambientale.

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