Choquequirao, la “sorella” meno famosa di Machu Picchu

Servono dai tre ai cinque giorni di cammino per raggiungere questo luogo incontaminato, alternativa alla sovraffollata Machu Picchu

Per tutti gli escursionisti che amano uscire dai soliti circuiti e scoprire luoghi ancora incontaminati, esiste un angolo al riparo dal turismo di massa, ancora selvaggio e lungi dall’essere del tutto conosciuto: si tratta di Choquequirao.

Tre giorni di cammino, ma si arriva anche fino a cinque, in mezzo alla Cordigliera delle Ande accompagnati soltanto da muli per i bagagli e ottime scarpe sono indispensabili per raggiungerlo. Ma la meraviglia ripaga della fatica.

Choquequirao
Fonte: iStock foto di rchphoto
Ph. rchphoto (iStock)

Conosciuto per essere circa tre volte più grande della celebre Machu Picchu, Choquequirao offre spettacolari rovine in cui si avventurano soltanto dodici visitatori al giorno; una situazione che dovrebbe cambiare ben presto secondo l’annuncio da parte del governo, che ha intenzione di costruire una funivia che attraversi la valle in soli 15 minuti, così da incrementare il turismo a circa 3000 visitatori al giorno.

Choquequirao significa “culla dell’oro” nella lingua quechua autoctona e, quando si decide di partire, la prima tappa dista 45 minuti: Cachora si trova in una conca di terrazzamenti, motivo per cui la prima cosa da fare è arrampicarsi per uscirne. Il villaggio di Marampata, seconda tappa importante dopo circa 24 ore di camminata, conduce in una giungla ad alta quota dove un centinaio di abitanti lontani da qualsiasi cosa di superfluo accoglie i pochi avventurieri in quella che è la porta per Choquequirao: qui si trovano un campeggio spartano e un negozio in cui poter comperare ciò che i muli non sono riusciti a trasportare fino lì.

Il giorno successivo sarà finalmente quello in cui raggiungere la meta.

Antro a Choquequirao
Fonte: iStock foto di Nils Knopf
Ph. Nils Knopf (iStock)

Accovacciato tra tre colline e diviso in 12 aeree, Choquequirao ha un’infinità di antri da esplorare: sicuramente meno impattante rispetto al maggiore Machu Picchu, nasconde comunque un’atmosfera storica pazzesca.

Abbandonato verso metà del sedicesimo secolo, solo nel 1992 sono stati fatti i primi sforzi concreti per la sua conservazione: le stanze timpanate delle cerimonie, le cantine di pietra e gli elaborati canali di irrigazione intagliati nella rocca rendono la sorella “minore” un vero e proprio trionfo da porre sotto i riflettori.

Tutt’intorno la vista mozzafiato si ferma sulla catena Willkapampa, alta 5000 metri, dove la neve e i condor accompagnano l’insieme di terrazze decorate da un mosaico di lama bianchi e il gruppo di Casa de Cascada, dove case di pietra sono costruite proprio sul bordo del precipizio e anche sopra una cascata.

Una volta respirato questo angolo di paradiso, si possono prendere due strade: continuare verso Machu Picchu per il viaggio ormai epico di nove giorni sulle tracce degli Inca, o tornare indietro verso Cachora, ripercorrendo la valle Apurímac per risalire sul versante più lontano.

La nuova strada in costruzione tra Playa Rosalina e Cachora è già effettiva, per tamponare l’eventuale blocco della funivia da 50 milioni di dollari: così la magia del sito archeologico scoperto solo per il 30% diventerà molto più accessibile a molti turisti.

In attesa che esploda il turismo di massa, per gli intenditori dei posti ancora magici è uno dei luoghi consigliati da visitare al più presto, prima che perda il fascino del luogo nascosto e isolato.

Case a Choquequirao
Fonte: iStock foto di Paula Jones
Ph. Paula Jones (iStock)