Castel del Monte, la location di “8”, il nuovo album dei Subsonica

La band torna in studio e si lascia ammaliare da uno dei monumenti più intriganti e misteriosi del nostro Paese

I Subsonica presentano il proprio ottavo album e lo fanno nel regno del numero dell’infinito, ovvero Castel del Monte.

Chi pensava che l’avventura dei Subsonica fosse ormai terminata, si sbagliava di grosso. La band è tornata in studio, lavorando a quello che è l’ottavo lavoro insieme, nel segno della continuità. Hanno ancora storie da raccontare Samuel e compagni e, per questo nuovo progetto, hanno deciso di lasciarsi guidare molto dai luoghi.

Lo dimostra il fatto d’aver tenuto una conferenza stampa di presentazione presso Castel del Monte, ovviamente a sezione ottagonale, a pochi chilometri da Andria, in Puglia. Un otto che ritorna, simbolo di infinito ed equilibrio, come ribadisce la band.

Castel del Monte
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Il castello era anche un luogo dedicato alla musica, in tempi ormai perduti, nonostante l’utilizzo originario dell’opera voluta da Federico II sia ancora un mistero. Le sue radici affondano nel tredicesimo secolo, con l’imperatore del Sacro Romano Impero che volle la struttura imponente sulla sommità di una collina.

Nel 1996 è stato inserito di diritto nell’ampia lista dei luoghi tutelati dall’Unesco. Per molti rappresenta un esempio grandioso di architettura medievale ma la realtà è differente. Castel del Monte infatti deve il proprio fascino soprattutto a una sapiente commistione di generi. Qualcosa che ha attirato irrimediabilmente i Subsonica, intrigati dall’idea di fondere cultura araba e nordica.

Castel del Monte
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Un chiaro esempio è dato dall’accostamento della cornice gotica che caratterizza le torri e i leoni romanici posti all’ingresso. Al suo interno invece troviamo eleganti mosaici islamici, così come fregi d’arte classica.

A guidare la realizzazione del castello fu il numero otto, seguendo uno studio ben preciso, che ancora oggi offre un alone di mistero intorno all’opera. Il posizionamento è studiato in modo tale da garantire precise simmetrie di luce nei giorni dell’equinozio e del solstizio. Si va a creare in questo modo un simbolismo che da secoli appassiona gli studiosi.

Si tratta inoltre di un finto impianto militare. Castel del Monte infatti manca di mura di cinta, stalle o fossato. È l’esempio di una mente brillante all’opera, com’era quella di Federico II, ‘Stupor Mundi’. Otto sono i lati del castello, otto le sale del piano terra e del primo piano, con pianta trapezoidale e una disposizione tale da formare un ottagono. Otto sono le torri, a pianta ottagonale, disposti agli otto spigoli.

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Il simbolo dell’infinito riecheggia in questo luogo, per quello che è a tutti gli effetti un patrimonio inestimabile italiano e dell’umanità intera. Simbolo di una genialità in parte perduta, sostituita da una praticità che non sa farci più tremare i polsi per l’emozione.