Nessuno meglio di Bruce Springsteen riesce a raccontare l’America con il distacco e la partecipazione necessari. Il rocker è, allo stesso tempo, spettatore e protagonista della vita americana, e dalle sue canzoni emerge l’America proletaria delle sue origini ma anche la speranza di chi ce l’ha fatta. Facciamo un viaggio immaginario negli Stati Uniti, attraverso le canzoni del Boss.
Non possiamo che partire con il viaggio proprio da quello che è l’inizio di tutto, “Born in the USA” è forse il brano più famoso della carriera quarantennale di Springsteen. La canzone è un omaggio a tutti gli americani che sono partiti per la guerra in Vietnam e che non sono più tornati. Bruce Springsteen è nato a Long Branch, nel New Jersey, in una famiglia molto umile. Per entrare nel mondo del Boss è indispensabile visitare i luoghi della sua infanzia. Tra questi, Freehold, la casa dove Springsteen si trasferì nel 1958. Dietro la casa, c’è l’albero a cui è appoggiato il cantante in una delle più famose foto del periodo.
Lo stesso vale per la E Street, a Belmar, un piccolo borgo della contea di Monmouth. La strada è quella dove viveva la madre di Dave Sancious, il tastierista del Boss. Qui, in un sottoscala, Springsteen e i suoi compagni hanno cominciato a suonare per le prime volte e Bruce ha voluto dare il nome di questa strada alla band che lo accompagna da sempre.
Un’altra tappa obbligata è la Convention Hall di Asbury Park, un edificio costruito alla fine degli anni ‘20 e citato nella copertina del primo album di Bruce Springsteen, “Greetings From Asbury Park”. Sulla celebre passeggiata, troviamo anche il Paramount Theatre, ancora frequentato dal cantante, sia per le prove che per le registrazioni. Poco distante, non potete lasciarvi scappare una visita al The Stone Pony, il locale dove il Boss ha suonato tante volte, a partire dal 1974, e che oggi è meta fissa dei fan.
“Atlantic City”, singolo contenuto nell’album “Nebraska” è il pretesto per visitare questa città, famosa per le spiagge e per i casinò. La Atlantic City raccontata da Springsteen è quella della fine degli anni ‘70, quando si decise di legalizzare il gioco d’azzardo e la città divenne meta degli amanti del divertimento e del gioco.