Il Paese di confine che esiste, ma non è sulle mappe

Non compare nei libri di storia né sulle mappe geografiche, eppure l’Abkhazia è una Repubblica viva e reale

Non è delineata su Google Maps eppure, un tempo, era una delle destinazioni preferite dei cittadini sovietici per trascorrere l’estate. C’è chi la chiama “terra di nessuno”, non riconoscendola o, peggio, ignorandola, e chi invece la abita alla stregua di qualsiasi altro Paese del mondo.

Del resto l’Abkhazia ha un proprio esercito, una banca nazionale e anche il passaporto. Eppure, a voler perdere un po’ di tempo osservando il mappando, l’unica cosa di riconoscibile sarà un piccolo e vago territorio che si affaccia sul Mar Nero.

Ed è quella l’Abkhazia, una Repubblica che non compare nei libri di storia, né nella nostra geografia perché è semplicemente una terra di mezzo non riconosciuta né dall’Italia né da altre duecento nazioni. Anche il nome, scritto e pronunciato in maniera differente, non aiuta a fare chiarezza: c’è chi chiama quella terra Abkhazia, chi Abcasia e chi ancora Abkazia, e a quanto pare vanno bene tutti.

Abkhazia Mar Nero
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Abkhazia bagnata dal Mar Nero – Fonte iStock

Eppure questa terra di confine misteriosa un tempo era la destinazione preferita dei burocratici di Mosca. Sembra infatti che pure Stalin ai tempi avesse una dacia da queste parti. L’Abkhazia confina a sud-est con la Georgia e nord con la Russia, il resto del territorio invece è bagnato dal mare.

La sua città più importante, considerata la capitale, è Sukhumi, ed è anche il più grande agglomerato urbano del Paese. Dopo di lei ci sono Shroma, Nuovo Athos, Gudauta a nord e Gulripsia, Dranda, Labra, Ochamchire e Gali a sud.

Strutture essenziali e in cemento, iconiche per l’architettura dell’est Europa, puntellano le strade di queste città, alternate da architetture fatiscenti ma meravigliose, mentre il vecchio parlamento nel cuore di Sukhumi conserva ancora la testimonianza della guerra. Per accedere al Paese che non esiste è necessario attraversare il Ponte Inguri, passando per il confine georgiano.

Abkhazia parlamento
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Vecchio parlamento, Sukhumi – Fonte iStock

La storia ci insegna che per molto tempo l’Abkhazia fu dominata dall’impero russo, ma che da sempre i cittadini cercavano di emanciparsi per diventare uno Stato autonomo. Quando l’URSSS tramontò il territorio si spaccò in due, da una parte gli indipendentisti dall’altra i cittadini che chiedevano l’aiuto della Georgia.

Fu nel 1992, dopo diverse battaglie, che venne dichiarata l’indipendenza della Repubblica, uno status oggi riconosciuto solo dalla Federazione Russa e da alcuni suoi alleati. Eppure, quel limbo di terra al di là del ponte esiste e ha oggi un governo e una bandiera, una camera di commercio e anche un inno nazionale.

Ponte Abkhazia
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Ponte Inguri, Abkhazia – Fonte iStock