Dalle Alpi all’Adriatico, lungo il Sentiero della Pace dell’Isonzo

Attraversa più volte il confine tra Italia e Slovenia, il Sentiero della Pace, e ripercorre i luoghi della Prima Guerra Mondiale

Candidato ad essere inserito tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, il Sentiero della Pace si snoda per 230 chilometri tra la Slovenia e l’Italia.

Parte dalle Alpi e si conclude sull’Adriatico (o viceversa), il Sentiero della Pace. E racconta la Prima Guerra Mondiale, tra musei all’aperto, monumenti e cimiteri. Qui, oltre 100.000 giovani persero la vita e abbandonarono i loro sogni, in quella Valle dell’Isonzo che – immersa oggi in una natura pacifica – durante il conflitto fu sconvolta da esplosioni e colpi d’arma da fuoco.

L’inizio del Sentiero della Pace è fissato al pozzo minerario Štoln, in quella Bretto che è una frazione del comune sloveno di Plezzo, poco più di cento abitanti nel bacino del fiume Isonzo, e si conclude presso il museo all’aperto sul Mengore, nelle vicinanze di Most na Soči.

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Attraversando più volte il confine tra Italia e Slovenia, il percorso – suddiviso in quindici tratti e percorribile sia a piedi che in bicicletta – è chiaramente segnalato e collega tra loro sei musei all’aperto: quelli di Ravelnik e Čelo presso Bovec (Plezzo), Zaprikraj sopra Kobarid, Kolovrat, Mrzli vrh e Mengore sopra Tolmin. Si può pernottare nei rifugi alpini, o nei villaggi in cui le tappe cominciano o finiscono, dopo essersi immersi nella storia e nella natura.

Sentiero della Pace

Così chiamato in quanto, attraversando i luoghi della Prima Guerra Mondiale, il sentiero invita a riflettere sulle devastazioni che ogni guerra porta con sé, è una sorta di celebrazione interiore della pace. Tra i luoghi che si visitano, troviamo l’ossario italiano sul Gradić, su di una piccola altura sovrastante Caporetto, e il museo all’aperto Dolina dei Bersaglieri, detta anche Dolina dei Cinquecento per il ritrovamento di una tomba comune coi corpi di oltre cinquecento soldati caduti in guerra.

E poi il Trincerone italiano, grande linea di difesa fortificata che cominciava presso il Monte San Michele e arrivava sino a Cave di Selz, Doberdò del Lago e Monfalcone. Costruita sulla base della trincea che le truppe austro-ungariche scavarono quando controllavano la zona, fu fortificata col cemento dagli italiani tra il 1916 e il 1918. A Monfalcone, inoltre, si può visitare il Parco Tematico della Grande Guerra, la cui torre di origine medievale, La Rocca, è il simbolo della città. Perché è davvero un percorso nella storia, questo. Un percorso di riflessione profonda.

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