Monteruga, il villaggio fantasma nel cuore del Salento

Una vita breve quella di Monteruga, che venne abbandonata dopo soli 30 anni

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Redazione

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C’è un villaggio fantasma nel cuore del Salento: si chiama Monteruga e sorge in campagna, tra San Pancrazio, Salice e Veglie. Il borgo, completamente abbandonato dai primi anni ’80, era nato durante il fascismo e si era sviluppato negli anni ’50, quando in seguito alla riforma fondiaria molti terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini avessero scelto di stabilirsi in quella zona.

Monteruga, nei periodi di massimo lavoro, arrivava a contare anche 800 abitanti, che vivevano intorno alla masseria, centro del paese. Ancora oggi sulle sue rovine se ne legge l’insegna, cadente e spettrale come in un film dell’orrore. C’erano anche, come in ogni borgo che si rispetti, la scuola, la chiesa intitolata a sant’Antonio Abate, la piazza centrale, lo stabilimento vitivinicolo, il frantoio, il deposito tabacchi, le case dei contadini.
Adesso il portone della chiesa è sfondato e i calcinacci ricoprono l’altare. Dove un tempo c’erano le case dei contadini il porticato sta crollando, e così i soffitti del frantoio, del deposito tabacchi e della cantina.

Una vita breve quella di Monteruga, che venne abbandonata dopo soli 30 anni, a causa della privatizzazione dell’azienda agricola omonima. Il tempo nel paese si è fermato ad allora, e da quei giorni ha cominciato a mandare tutto in rovina.

A nessuno, nel Salento ormai votato al turismo, è venuto in mente di trasformare la masseria in resort di lusso, sfruttandone la posizione strategica tra l’Adriatico e lo Ionio, proprio accanto alla pista di Nardò acquisita di recente dalla Porsche. L’unico turismo qui è quello che anima gli appassionati di paesi fantasma e delle atmosfere spettrali.