Favara, un borgo antico recuperato con arte e bellezza

Solo andando oltre al cemento che lo circonda, si può scoprire quanta bellezza racchiuda il borgo di Favara

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Redazione

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Cemento e bellezza. Favara è così, un borgo racchiuso tra alti e grigi palazzi che lasciano spazio ad architetture solenni ed antiche, dai toni pastello. Passando da lontano, avvolto dal cemento, questo piccolo borgo che si trova in provincia di Agrigento non invoglia molto ad essere visitato. Eppure quel campanile che spicca al centro del palazzoni crea tantissima curiosità e solo lasciandosi alle spalle le apparenze ci si può addentrare e farsi rapire da un borgo splendido.

Un centro armonioso, dopo il cemento

Sulle colline, a pochi km di distanza da Agrigento e dalla Valle dei Templi, sorpassato il cemento cittadino che ha quasi nascosto tutte le bellezze del territorio, si trova il piccolo borgo di Favara. Un luogo dove, tra le viuzze strette e le case in pietra, si possono ancora vedere le diverse contaminazioni culturali, tra cui quelle d’origine araba, che hanno contribuito a rendere Favara quella che è oggi.

La cittadina, che si sviluppa attorno al castello di Chiaramontano, quasi scolpito su uno sperone di roccia, è nota anche come “Città dell’Agnello Pasquale” un dolce tipico prodotto qui a base di mandorle con ripieno di conserva al limone o al pistacchio e talvolta coperto di zucchero.

Un luogo che merita di essere visitato, come ci ha rivelato il giornalista Emilio Casalini che di questo prezioso borgo parla nel suo programma Generazione Bellezza in onda su Rai 3:

Favara è il simbolo della bellezza che non vuole soccombere all’oceano della bruttezza, ma come un’isola resiste. Quando arrivi qui ti accoglie un oceano di cemento oscenamente illegale, frutto della speculazione edilizia che ha avvolto le vite degli abitanti, alienandole. Perché la bruttezza è alienante. Grazie al sogno di due abitanti è nata una prima resistenza che poi ha iniziato ad espandersi come un’onda lenta di bellezza che va a contaminare – non a regredire – la bruttezza e tutto quello che rappresenta come voglia di non arrendersi a quello che sembra inevitabile. C’è un sogno e speranza che crea economia, che mette a posto i palazzi, che genera nuovo benessere collegato alla bellezza, all’arte e alla felicità.

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Favara. Fonte: iStock

L’arte e la bellezza: il ruolo del Farm Cultural Park

L’arte oggi la fa da padrona a Favara e questo lo si deve anche grazie all’impegno che è stato messo nel curare e gestire il Farm Cultural Park, un progetto che ha permesso al borgo di rinascere sotto una nuova luce e di accantonare il degrado che stava per inglobare questo luogo. Tra i “Sette cortili”, spazi con piccoli palazzi di matrice araba che facevano parte di una fetta del centro storico abbandonato, si è assistito ad un grande processo di recupero che ha portato a Favara una libreria, installazioni, murales ed esposizioni d’arte. Si pensi solo che Favara, per il blog britannico Purple Travel, è una delle 10 mete imperdibili al mondo per chi ama l’arte contemporanea.

Tra piazze e luoghi sacri, cosa vedere a Favara

Favara è deliziosa da scoprire anche a piedi e meritano certamente una visita piazza Cavour, circondata da negozietti, botteghe e dallo storico castello. Nella parte a nord-est c’è anche anche la Chiesa del Rosario, un’opera d’origine settecentesca dichiarata monumento nazionale per i sontuosi stucchi in stile barocco. Nel borgo ci sono anche due altri luoghi sacri: la Chiesa Madre, di stile lombardo-rinascimentale ed interessante con i suoi mosaici ad opera di artisti toscani; e la chiesa della Madonna del Carmine, d’ispirazione tardo barocca.

Una necropoli, testimonianza del passato

Nei dintorni di Favara si può ammirare anche un’antica necropoli che si trova in un’area pianeggiante detta di “Contrada Stefano”. Qui si possono trovare testimonianze risalenti alla prima età del bronzo, del periodo romano-bizantino e Normanno oltre alla necropoli paleocristiana con oltre un centinaio di tombe scavate nella roccia.

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Favara. Fonte: iStock