Viaggio a Chiusa, il borgo altoatesino dall’anima artistica

Scopri cosa vedere a Chiusa, piccolo borgo dell'Alto Adige, tra le mete più interessanti per le sue bellezze naturali e il suo spirito artistico

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Redazione

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Conosciuta anche come “Città degli artisti”, Chiusa, in provincia di Bolzano, è una cittadina di poco più di 5000 abitanti. Adagiato sulle sponde del fiume Isarco, il borgo di Chiusa è stato inserito nel 2002 tra i più belli d’Italia. Tra vigneti, castagneti, natura e anche tanta storia e cultura, scopriamo cosa vedere e cosa fare a Chiusa, in Alto Adige. Le origini del nome pare derivino dal latino “clausa”, che significa proprio “chiusa in un corso d’acqua” (l’Isarco). La prima attestazione del nome Clausa o Clusa risale al 1027. Chiusa ha però origini molto più antiche, poiché sono state ritrovate testimonianze di epoca pre-cristiana. Tra l’800 e l’anno 1000, il comune diviene sede vescovile, prima che questa passi a Bressanone.

Per tutto il Medioevo, Chiusa è stata sede della dogana ma ha vissuto il momento di maggior benessere tra il XIV e il XV secolo, durante il periodo dell’industria mineraria. Altre testimonianze della città di Chiusa le abbiamo alla fine del 1400, quando il pittore rinascimentale tedesco Albrecht Dürer la immortala in alcuni suoi dipinti. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, Chiusa diventa infatti la dimora di molti artisti, provenienti soprattutto dalla Germania. I tedeschi vengono attratti dall’ipotesi che il più famoso dei trovatori, Walther von der Vogelweide, abbia avuto i natali proprio nel borgo medievale. Chiusa si trasforma in quel periodo nella “città degli artisti”, dove questi dipingono, scrivono, fanno musica.

Chiusa: cosa vedere

Chiusa ha uno dei centri storici più pittoreschi d’Italia, con vicoli stretti, casette graziose alternate a sontuosi palazzi e numerosi tesori artistici. Negozi di artigianato, bar e ristoranti tipici la rendono una cittadina molto apprezzata dai turisti. Passeggiando per le viuzze del centro, si possono osservare le insegne in ferro battuto di alberghi e botteghe, alcuni risalenti al 1300. Da vedere la Chiesa di Sant’Andrea, completata nel 1498 e oggi chiesa parrocchiale della città. È un edificio in stile tardo gotico con successive aggiunte barocche, che ha un interno con volte e colonne.

Sempre in pieno centro storico, non può mancare una visita al Museo Civico, fondato nel 1914 nei locali dell’ex convento dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. All’interno è custodito il Tesoro di Loreto, una collezione di opere d’arte dal valore inestimabile, donata dalla regina di Spagna Maria Anna. Dal centro storico, attraverso un’antica via Crucis, passando per Castel Branzoll, si arriva al Monastero di Sabiona, situato su un’alta rupe che sovrasta tutto il borgo.

L’abbazia benedettina è uno dei più antichi monumenti cristiani della regione, qui giacciono sepolte le tracce della prima Cattedrale Vescovile, risalenti al V-VI secolo. Il Monastero è tuttora abitato dalle monache di clausura benedettine, per cui non è possibile visitarlo. Si possono visitare, invece, la Chiesa della Santa Croce e la Cappella di Santa Maria. La vista dal Colle dei Cappuccini, inoltre, rivela l’intero borgo in tutto il suo splendore. Percorrendo l’omonima passeggiata, si arriva alla Pietra di Dürer, un monumento che ricorda la presenza del pittore Albrecht Dürer a Chiusa nel 1494.

Da non perdere anche una visita alla Miniera di Villandro, a pochi chilometri dal centro cittadino, nelle montagne di Fundres. Nella metà del XVI secolo era una delle zone minerarie più importanti dell’Alto Adige. In seguito alla crisi che colpì il settore, l’attività mineraria venne poi lentamente abbandonata. Oggi è possibile visitare la Galleria Elisabeth, lunga 1670 metri e ubicata a 1292 metri sul livello del mare.

Cosa mangiare a Chiusa

Durante un viaggio a Chiusa è obbligatorio gustare i prodotti tipici che questo borgo dell’Alto Adige offre. In tutta la cucina della Valle Isarco si avverte l’influenza dell’Austria e del Trentino, per cui è facile trovare prodotti come i canederli (i tipici gnocchi preparati con pane raffermo), ma anche il gulash (spezzatino di carne stufata) e lo strudel (il dolce di mele tipico del Südtirol). Da assaggiare anche lo Schüttelbrot, il pane fatto con farina di segale e spezie e i tanti formaggi realizzati con il latte proveniente dai numerosi allevamenti presenti in regione.

E poi ancora lo speck, e le numerose varietà di würstel. L’Alto Adige ha una grande tradizione di grappa e distillati, presenti sempre sulla tavola a fine pasto. Molto apprezzate soprattutto dalle donne sono le grappe alla frutta, meno alcoliche ma non per questo meno buone. Grappa all’arancia, alla melissa, al basilico, al ginepro, alla camomilla, al miele: c’è solo l’imbarazzo della scelta o, se non si ha voglia di scegliere, basta provarle tutte!