Il borgo abruzzese di Guardiagrele, la “città della pietra” di D’Annunzio

Sede del Parco Nazionale della Maiella, il borgo citato da Gabriele d'Annunzio ospita interessanti musei e splendide architetture

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Redazione

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«Guardiagrele, la città di pietra, risplendeva al sereno di maggio. Un vento fresco agitava le erbe su le grondaie.

Santa Maria Maggiore aveva per tutte le fenditure, dalla base al fastigio, certe pianticelle delicate, fiorite di fiori violetti, innumerevoli cosicché l’antichissimo Duomo sorgeva nell’aria cerulea tutto coperto di fiori marmorei e di fiori vivi»: così scriveva, nel suo “Il trionfo della morte”, Gabriele D’Annunzio.

Borgo abruzzese della provincia di Chieti, Guardiagrele è sito nel cuore del Parco Nazionale della Majella ed è annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia. Esplorato dalle telecamere di “Kilimangiaro”, arrivato quarto nella sfida per la nomina a Borgo dei Borghi 2018, Guardiagrele è noto per le sue produzioni artigianali e per la lavorazione dei metalli: fu questo, insieme ad Agnone, il primo posto in cui si iniziò a produrre la presentosa, gioiello abruzzese femminile usato nelle occasioni di festa.

Guardiagrele

Nel 1391, a conferma della sua vivacità civile ed economica, Guardiagrele ottiene il permesso di battere moneta dal Re di Napoli; del Regno di Napoli, fu piazzaforte militare con 33 torri per tutto il XV secolo. Nel Settecento, il borgo fu parzialmente distrutto da un terremoto a cui seguirono anni di devastazione e di occupazione, fino ai bombardamenti della II Guerra Mondiale.

Oggi, Guardiagrele è un piccolo gioiello del Centro Italia, da visitare in tutto il suo centro storico. Qui, il Museo del Duomo accoglie capolavori di primaria importanza come una croce-reliquiario in legno dipinto del XIV secolo, mentre il chiostro di San Francesco ospita il Museo del Costume con oltre 300 oggetti dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento.

Ma non ci sono solo chiese e musei, a Guardiagrele. Qui ha sede il Parco Nazionale della Maiella, e nei suoi dintorni è possibile organizzare passeggiate e trekking lungo i sentieri del parco, immersi in una montagna di boschi e d’anfratti, di pascoli e di vallate. E poi c’è la gastronomia o – meglio – la pasticceria: torroni, marzapane, amaretti e soprattutto le sise delle monache, paste freschi di pan di spagna farcite di crema e cosparse di zucchero a velo. Una piccola bomba calorica, perfetta per “premiarsi” dopo una passeggiata nel parco.