Come aprire un agriturismo

Per aprire un agriturismo si deve realizzare un progetto ad hoc e si devono rispettare le leggi a riguardo: ecco tutto ciò che si deve sapere

Aprire un agriturismo può sembrare semplice, ma come ogni investimento va progettato nei minimi dettagli. Oltre a questo, è importante rispettare tutte le leggi e le regolamentazioni in materia che in Italia sono dettati dalla legge-quadro (Legge 20 febbraio 2006, n. 96. comparsa sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 16 marzo 2006) e dalle leggi delle singole regioni.

I requisiti base per l’agriturismo

La prima regola da rispettare è che l’attività agrituristica non deve sovrastare quella agricola: in primo luogo quindi è necessario essere titolari di questo tipo di azienda e solo in seguito si potranno ampliare le attività con la ricettività, la ristorazione o le attività culturali e ricreative. La definizione stessa di agriturismo dettata nella legge-quadro prevede che siano gli imprenditori agricoli a sviluppare le attività di ospitalità nella forma di società di capitali o di persone, anche associati tra di loro.

Dopo aver rispettato questo primo parametro fondamentale, si devono valutare gli spazi a disposizione, sia per l’attività ricettiva, sia eventualmente per la ristorazione. Ogni regione italiana infatti fissa dei limiti in termini di capacità massima di persone, che vanno obbligatoriamente rispettati. Per sviluppare le attività agrituristiche, possono essere utilizzati solo gli edifici già esistenti nell’azienda agricola, che possono essere anche ristrutturati e devono necessariamente rispettare le norme igienico-sanitarie. In questo ambito potrebbero essere disponibili anche finanziamenti dedicati, messi a disposizione dalle regioni, oppure accessibili tramite fondi europei.

Il personale e la valutazione di costi-entrate

Come ogni azienda, anche l’agriturismo può avere lavoratori dipendenti: in primo luogo chi gestisce la struttura è l’imprenditore agricolo, insieme ai suoi familiari, i quali possono essere aiutati da lavoratori a tempo determinato, indeterminato oppure parziale. Tra i principali costi da valutare, oltre a quelli del personale, delle spese di ristrutturazione e messa a norma, ci sono anche quelle degli arredi e dello sviluppo delle attività che si vogliono proporre al pubblico. Dopo aver elaborato un business plan dettagliato con tutte le spese richieste per l’apertura dell’agriturismo, si devono valutare anche le entrate, derivanti dagli alloggi, dalla ristorazione e dalle attività a cui parteciperanno i turisti. In questo caso si devono elaborare dei prezzi specifici per ogni voce e delle tariffe che possono variare in base al periodo dell’anno per massimizzare le entrate.

L’ultimo step risiede nella definizione di un piano di marketing della propria offerta, sia offline, sia online. La promozione è un passo molto importante quando si apre un nuovo agriturismo e, malgrado i costi sostenuti possano risultare già elevati per tutte le altre attività, su questa è fondamentale investire.

Documentazione richiesta per l’apertura

Per aprire un agriturismo si deve ottenere l’abilitazione dell’attività, nella quale si dimostra che c’è uno stretto legame tra l’attività agricola e le attività turistiche, con una netta prevalenza della prima. Ciascuna regione disciplina e regola il rilascio del certificato di abilitazione, pertanto è importante controllare le leggi del territorio di riferimento.

Oltre a questo certificato, è richiesta anche l’autorizzazione rilasciata dal Comune di appartenenza, alcune regioni hanno anche degli appositi elenchi provinciali. Prima si fa richiesta per l’iscrizione agli elenchi, poi si possono iniziare i lavori e una volta terminati, si fa richiesta di autorizzazione al Comune. Se l’Ente non risponde alla richiesta entro un periodo di tempo prestabilito dalla normativa regionale, subentra il silenzio assenso. In ordine cronologico, ecco quali sono gli adempimenti da seguire:

  • apertura di una partita IVA e di un conto fiscale;
  • iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio;
  • iscrizione al registro regionale degli agriturismo;
  • autorizzazione del Comune per lo svolgimento delle attività;
  • apertura posizioni Inps e Inail;
  • autorizzazioni da parte dei Vigili del Fuoco;
  • autorizzazioni per l’installazione della segnaletica apposita;
  • autorizzazione sanitaria;
  • tassa sui rifiuti e iscrizione alle associazioni di categoria.

Le attività comprese nell’attività agrituristica

La legge-quadro definisce nello specifico quali sono le attività proprie dell’agriturismo, che si possono suddividere in macro aree: ricettività, ristorazione e attività ricreative-didattiche. L’ospitalità è da intendersi all’interno della struttura con camere o appartamenti, ma anche esterna alla struttura nella modalità del campeggio. Per quanto riguarda la ristorazione invece, si devono somministrare pasti e bevande costituiti da prodotti propri e prodotti di aziende agricole della zona, preferendo le denominazioni controllate (DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG). Oltre a questo si possono organizzare degustazioni dei prodotti dell’azienda, attività ricreative, culturali, didattiche e di pratica sportiva, ma non di tipo escursionistico o di ippoturismo.