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La Great Ocean Road e il tramonto ai 12 Apostoli

È una di quelle strade incredibili che fa interpretare il viaggio come "fine" piuttosto che come mezzo

“Ragazzi, stiamo percorrendo una delle strade più belle del mondo!” esclamo entusiasta, mentre la strada si snoda tra curve e tornanti a strapiombo sul mare.

Ben presto arriva la risposta del nostro fonico, Mirko, i cui commenti memorabili, stile Gialappas, resteranno impressi come una delle cose più divertenti di questo viaggio on the road. “Far emozionare Mirko” è stato uno degli obiettivi miei e della troupe o meglio “coglierlo in flagrante”, visto che il nostro fonico, dal cuore grande, nasconde la sua grande sensibilità dietro a un’apparente facciata da gran duro.

Oltre a essere una delle strade più spettacolari al mondo, la Great Ocean Road è anche il più esteso tributo ai caduti di guerra: costruita tra il 1919 e il 1932, è dedicata ai soldati morti durante la Prima Guerra Mondiale.

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È una di quelle strade incredibili che fa interpretare il viaggio come “fine” piuttosto che come mezzo per raggiungere una località, anche se in effetti una meta ce l’abbiamo: arrivare ai 12 Apostoli in tempo per il tramonto.

E dopo una breve deviazione al Cape Otway National Park, per vedere per la prima volta i koala, eccoci qui, davanti a questi imponenti pilastri di pietra calcarea, vera e propria icona dell’Australia.

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@Francesco Cisky Gabriele

I Dodici Apostoli (in realtà ne sono rimasti solo otto) fino a 20 milioni di anni fa erano attaccati alle scogliere, ma onde e vento li hanno corrosi, creando arcate e pilastri naturali alti fino a 45 metri, veri e propri capolavori della natura.

Sono rimasta senza fiato tre volte durante questo viaggio in Australia, questa è stata la prima: impossibile non emozionarsi, impossibile non rimanere sbalorditi e non sentirsi piccoli, davanti a questa natura incredibile.

Lo spettacolo al tramonto, poi, è suggestivo anche per via del sole: le rocce cambiano colore creando un gioco di luci e, in pochi secondi, cambia l’aspetto di tutto il panorama.

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Cerco di assorbire almeno una piccola parte di tutta quella potenza, in silenzio, meravigliata e felice di poter vedere quello spettacolo con i miei occhi. Vengo distratta da una voce: “Mirko, dov’è Mirko?”.

Mi giro, è poco distante da me, sta scattando una foto da inviare alla moglie e al figlio. Sorrido, è visibilmente emozionato: la natura ha colpito ancora.

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