Valle d’Itria: trulli e gastronomia contro i Maya

Una profezia racconta che qui la fine del mondo non arriverà. Tra i trulli e i sapori tipici, un viaggio nella "valle della salvezza"

La salvezza passa dai trulli. Può sembrare blasfemo ma, secondo un’interpretazione della profezia Maya teorizzata dal maestro indiano Babaji, la Valle d’Itria sarà l’unico pezzo del pianeta che riuscirà a sopravvivere alla fine del mondo del prossimo 21 dicembre. Cisternino, uno dei paesi della valle, secondo le parole del maestro indiano, dovrebbe diventare un’isola, l’unica parte del mondo che, insieme ai comuni limitrofi di Ceglie Messapica, Ostuni e Martina Franca, passerà indenne la fine del mondo.

Ma la Valle d’Itria è, soprattutto, la terra dei trulli e della gastronomia. Le tipiche abitazioni contadine diffuse in quasi tutta la Puglia, nate come poverissimi rifugi per i contadini e i pastori, si sono trasformate nel tempo in una vera e propria attrazione turistica con la possibilità di pernottamenti non troppo costosi e visite guidate.

La loro forma particolare, con gli spazi angusti e la pochissima luce all’interno rendono i trulli unici nel loro genere. Il cozzaro (il contadino che coltivava la terra del padrone) ospitava nel trullo tutta la famiglia, bambini compresi e molto spesso era lui stesso a costruire il rifugio con la pietra locale, resistente e malleabile.

Ma oltre a questi piccoli gioielli architettonici forse non tutti sanno che in Valle d’Itria si coltiva una qualità d’olive famosa in tutto il mondo, dalle quali si ricava un olio extravergine pregiatissimo. Senza dimenticare le orecchiette alle cime di rapa, i taralli e la teglia di “patate, riso e cozze”, per una vacanza di estremo gusto.

Quindi, se i Maya dovessero essersi sbagliati, i turisti avranno comunque la possibilità di ammirare la bellezza dei trulli e di un posto unico nel suo genere, magari non la “valle della salvezza” come profetizza il maestro Babaji ma, molto più semplicemente, una delle mille isole speciali del nostro Paese.