Tokyo, capitale della gastronomia mondiale

Altro che Francia: il Paese dove si mangia meglio al mondo è il Giappone

Cambio di programma per Ratatouille, il simpatico topolino che lasciava la campagna e si recava a Parigi per diventare un grande Chef. Ora la sua meta non sarà più la capitale ferancese ma Tokyo. Perché è proprio la capitale nipponica il nuovo luogo-culto del cibo su scala planetaria.

A dare il colpo di grazia allo stereotipo – forse non solo francese – che considera la “ville lumière”, tempio e patria dell’alta cucina e del buon gusto non è il parere di qualche buongustaio dalle papille poco allineate, ma la rivista americana Food & Wine, che del buon mangiare ha fatto la sua ragion di vita e dei sapori la sua missione. Un duro colpo per la “grandeur”, anche a tavola.

Per la seconda volta consecutiva la capitale del Giappone è stata dichiarata la città preferita dai gourmet di tutto il mondo. In seconda posizione Barcellona seguita da Copenhagen, Londra e New York. Il motivo del successo gastronomico della città giapponese non è frutto di una sbandata per il sushi di qualche critico, affatto.

Tokyo deve il suo primato all’abbondanza dei suoi ristoranti e alla ricchezza e novità dei cibi offerti. Lo ha rivelato la rivista specializzata, che ogni anno stabilisce con sovrana saggezza quali sono le città dove si mangia meglio in tutto il pianeta. E non c’è da sturpirsi Tokyo strappa consensi da plebiscito. Innazitutto è l’unica cucina originale, capace di integrare la continua ricerca di nuovi sapori con la sua provverbiale tradizione estetica. Insomma, una festa per la vista oltre che per il palato.

A premiare la grande offerta gastronomica della capitale giapponese non è solo Food & Wine ma anche la Guida Michelin. Nella sua classifica ha decretato la supremazia di Tokyo per la ricca offerta di ristoranti di tutti i tipi, dallo street food ai diversi stili di cucina (kaiseki, fugu e soba, per citarne alcuni) alla presentazione raffinata e, last but not least, alla qualità straordinaria dei prodotti di base, non ultimo la fortuna di poter attingere alle centinaia di pesci del mercato ittico di Tsukij.

Tra le scelte fatte dalla Guida Michelin, il 60 per cento dei ristoranti offre cucina giapponese, il 25 per cento francese, con qualche briciola lasciata a cinesi, italiani e spagnoli. Un risultato sorprendente se si conosce il tradizionale “chauvinismo” dei nostri vicini transalpini.

Polemiche a parte, se si vuole mangiare bene Tokyo offre l’imbarazzo della scelta e il commando di pinguini del film Madagascar lo aveva intuito: anche ai leoni piace il sushi.