Scoprire dove va l’aereo visto nel cielo

La mappa dei voli in diretta, è possibile seguire la rotta, la velocità e gli orari degli aerei

Immaginarsi in una torre di controllo tra monitor, codici e radio, ascoltare online le comunicazioni tra piloti e controllori sarà pure una passione di pochi ma a molti sarà capitato di vedersi passare un aereo sopra la testa e chiedersi dove stia andando.

Due studenti svizzeri hanno realizzato un servizio online in grado di soddisfare questa curiosità. Un’idea originale quanto semplice: hanno installato sul tetto dell’edificio scolastico una ricevente che registra i codici dei transponder, quelli per identificare e localizzare gli aerei in volo, infine li combina alle informazioni sulle rotte e gli apparecchi.

Il progetto è nato come parte del lavoro per il diploma ed è disponibile al momento solo per l’area di Zurigo ma ha avuto un tale successo tra i navigatori e gli addetti ai lavori che ben presto sarà perfezionato. Del resto Daniel Kramarz (25 anni) e Andreas Loeber (28 anni), che frequentano l’ultimo anno della scuola superiore per tecniche applicate Zhav (Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften) di Zurigo, hanno già fatto sapere di non essere del tutto soddisfatti della loro creatura.

Il lavoro di sicuro non manca dal momento che si parla già di sovraffollamento nei cieli, all’attuale ritmo di crescita, che nel 2008 toccherà +7% rispetto all’anno scorso. In Italia nel 2007 i voli sono stati oltre due milioni, con un picco di 7614 in una sola giornata.

Sulla mappa Radar.zhaw.ch, online da qualche mese, basta cliccare sull’icona dell’aeroplano per visualizzare le informazioni: altitudine, velocità; posizione; tratta e persino una foto del tipo di velivolo e anno di costruzione. Non esattamente in tempo reale: l’Ufficio federale svizzero per l’aviazione ha disposto un ritardo di qualche minuto per pericoli legati al terrorismo.

Al momento sono disponibili le rotte che raggiungono gli aeroporti di Monaco di Baviera, Stoccarda, Innsbruck, ma presto sarà aggiornata con altri dati, assicurano Kramarz e Loeber. «Non sono stati motivi politici a spingerci verso quest’idea ma tecnologici», hanno dichiarato, «Ci ha però sorpreso il gran numero di apparecchi che ci sorvola quotidianamente».