Redditometro uccide viaggi, mete da dimenticare

Secondo gli esperti del settore turistico, il redditometro si scontra con i viaggi penalizzando le destinazioni più costose e da sogno

Negli ultimi mesi il giro d’affari del settore dei viaggi ha avuto un crollo del 20%. La colpa? E’ del redditometro. Infatti, il nuovo strumento dell’Agenzia dell’Entrate che ha lo scopo di incrociare le uscite con le entrate degli italiani per scovare comportamenti di spesa sospettosi, mette il naso anche nei viaggi.

Secondo gli operatori del mondo del turismo il redditometro costituisce un nuovo disincentivo per gli italiani a viaggiare e finisce per scatenare una psicosi perché ognuno teme di finire nel ciclone per aver fatto un viaggio di troppo.

Questo “grande fratello” fiscale, secondo gli esperti del settore turistico, limita le libertà individuali e di conseguenza danneggia il turismo sul quale avevano già gravato altri fattori, come la crisi economica del nostro Paese, la tassa di soggiorno e l’impossibilità di pagare in contanti per cifre che superino i mille euro.

E da quando la lotta all’evasione fiscale si scontra con i viaggi, ci sono mete lontane, paradisi terrestri come la Polinesia Francese, le isole caraibiche, le Seychelles, le Maldive o le Isole Fiji che diventeranno sempre più delle destinzazioni da sogno nel senso letterale del termine.

Anche se, in realtà il redditometro non può tenere conto del fatto che c’è chi, pur di fare un viaggio in un paradiso tropicale, è disposto a mangiare pane e salame tutti i giorni.