Ponte di Christo, guadagni da capogiro per il lago d’Iseo

Il ponte di Christo o The Floating Piers (per dirla in inglese) è un'installazione monumentale sul lago d'Iseo che ha realizzato dei guadagni esorbitanti

Il ponte di Christo ha guadagnato più di 88 milioni di euro in poco più di 15 giorni. L’opera d’arte monumentale, allestita da un artista statunitense di origine bulgara che si fa chiamare Christo, ha avuto dei numeri da capogiro. The Floating Piers ha attirato 460.000 turisti da tutta Italia e più di 700.000 dal resto del mondo, e il lago e le aziende locali ne hanno beneficiato in termini economici, tanto che ora esiste persino un detto secondo il quale il ponte di Christo avrebbe trasformato in oro le sponde del lago d’Iseo. Il guadagno giornaliero delle varie attività ricreative della zona è stato pari a circa 4,5 milioni di euro.

Si tratta di un aumento di fatturato di oltre 76,5% rispetto alla norma dello stesso periodo dell’anno 2015. Del The Floating Piers hanno beneficiato tutti. A partire dal ponte stesso, che ha incassato cifre da record irraggiungibili per qualsiasi altra opera d’arte, passando per le oltre 110 cantine appartenenti al consorzio Franciacorta (che sono state visitate da quasi 125.000 persone e hanno avuto un aumento di fatturato del quasi 40%) e finendo con le già citate attività ricreative, quali bar, ristoranti, hotel e tanto altro ancora.

Il ponte di Christo, sembra, insomma, essere un successo da tutti i punti di vista. Sulla passerella allestita sul lago d’Iseo hanno camminato più di 1.200.000 persone che sono arrivate in provincia di Brescia appositamente per godersi quest’opera di arte moderna. Un’opera che, nonostante l’enorme successo mediatico e popolare, non è piaciuta ai critici italiani. Il primo di essi, Vittorio Sgarbi, l’ha definita come “un ponte verso il nulla”, mentre per Daverio il ponte di Christo è stato una “baracconata”. I negozianti locali, però, non sono d’accordo. ” Il ponte di Christo è una benedizione!” – affermano loro, e forse, a vedere le cifre, hanno ragione.

Basti pensare che alcuni esperti in economia sono convinti che The Floating Piers sia stato qualcosa di più utile persino dell’Expo, anche perché coloro che hanno visto l’installazione, sono riusciti ad apprezzare anche la natura circostante e sicuramente torneranno di nuovo. Ora che i dovuti calcoli sono stati effettuati e i soldi raccolti, si pensa di investirli nella cultura e nelle infrastrutture ricreative locali. Infatti si stima che molti dei visitatori torneranno e bisogna preparare per loro le condizioni giuste. In provincia di Brescia, insomma, si sta discutendo sulla strategia di turismo locale, su come passare dal classico “mordi-e-fuggi” turistico, a progetti da sviluppare a lungo termine. Non resta che augurare loro buona fortuna.