Aurora Boreale: dove e quando vederla

Un fenomeno di luci e colori. Per gli Aborigeni era la danza degli Dei, per i Lapponi i messaggeri divini. Dove e quando ammirare l'Aurora Boreale

Il cielo sembra quasi che esploda, un arcobaleno notturno invade la volta celeste. Tranquilli, non sta per finire il mondo, anche perché al 21 dicembre mancano ancora un paio di mesi.
Un’immensa eruzione solare, avvenuta tra il 4 e il 5 ottobre, ha inondato i cieli del nord ricoprendo di radiazioni la Terra e offrendo quello spettacolare fenomeno solare conosciuto come Aurora Boreale, o Aurora Polare.
Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 ottobre i fortunati che si trovavano nei pressi del circolo polare artico hanno potuto così prendere parte a questo spettacolare avvenimento. Data la gran velocità con cui la massa coronale, ovvero plasma costituito principalmente da elettroni e protoni, viaggia, l’esplosione ha raggiunto la Terra, risultando visibile ad occhio umano dopo pochi giorni.
Ogni apparizione dell’aurora boreale è unica, colori brillanti e sgargianti, dal verde fosforescente al viola, con punte di rosa ai bordi, sembra quasi di sfogliare un catalogo di moda degli anni ’80.

Dove e quando vedere l’Aurora Boreale
Chi vive sopra la latitudine 65°, che sia nord o sud, può osservare il fenomeno quasi tutte le notti dell’anno. Quando, invece, il fenomeno si manifesta a medie latitudini è l’effetto di eventi particolari legati al Sole (addirittura all’inizio del secolo, caso eccezionale, si manifestò nella zona dell’equatore).
Per tutti i curiosi che vogliono almeno una volta nella vita ammirare l’aurora polare, le zone geografiche dove si manifesta più frequentemente sono i Paesi della penisola scandinava, l’Alaska, l’Islanda e il nord del Canada. E le stagioni migliori sono l’autunno e l’inverno.

Che cosa è l’Aurora Boreale
L’aurora polare, chiamata anche australe o boreale a seconda dell’emisfero terrestre dove si manifesta, è, in termini scientifici, l’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) presenti nel vento solare con la ionosfera (l’atmosfera terrestre a circa 100-500 km). Queste piogge di protoni ed elettroni precipitate sull’atmosfera terrestre creano magnifici fenomeni di luce.
Quando un elettrone libero ad alta velocità si scontra, per esempio con un atomo di idrogeno, gli cede energia. L’elettrone dell’atomo di idrogeno, avendo ricevuto energia dall’elettrone libero, cambia orbita, allontanandosi dal nucleo. Siccome l’elettrone tende a rientrare allo stato normale, ovvero nell’orbita più vicina al nucleo, deve perdere l’energia acquisita. E la perde proprio sotto forma di fotoni di luce.
Quando il salto quantico riguarda l’idrogeno, il colore che assume l’aurora è tendente al blu. Quando è verde il fenomeno è causato da molecole di ossigeno, mentre il colore rosso è dato dalle molecole di azoto. Ma anche l’altezza dove si sviluppa il fenomeno e l’energia delle particelle del vento solare influenzano il colore.

Miti e leggende sull’Aurora Boreale
Prima di teorie scientifiche legate al magnetismo terrestre e allo studio della fisica quantistica, l’intepretazione dei popoli antichi forse andava ben oltre una pioggia di particelle cariche.
I Vichinghi attribuivano i colori scintillanti delle aurore boreali alla luce solare riflessa dagli scudi delle meravigliose Valchirie. Nella mitologia norrena erano le guerriere vergini di Odino che conducevano le anime dei più nobili guerrieri nel Walhalla, una volta deceduti in battaglia, affinché potessero appartenere al grande esercito di Odino nella battaglia finale, il Ragnarok (il crepusoclo degli dei). Per i Lapponi, l’aurora indicava la presenza di messaggeri divini. Per gli Indiani che abitavano negli Stati Uniti settentrionali, nella direzione del vento del nord vivevano i Manabai’wok, giganti cacciatori e pescatori. Ogni qual volta questi giganti uscivano con le loro torce a cacciare o a pescare, illuminavano lo scorcio di cielo del loro territorio di caccia. Gli Indiani delle tribù athabaska (della zona subartica nordoccidentale) credevano che l’aurora fosse la danza di folletti. Per gli Aborigeni, era la danza degli Dei. Per gli Inuit della Groenlandia, gli islandesi e i finlandesi le aurore erano fenomeni legati al regno dell’aldilà.