San Maurizio, la Cappella Sistina di Milano: ecco i suoi segreti

È un vero e proprio gioiello nascosto nel grigiore di Milano e sconosciuto anche a gran parte dei milanesi

È un vero e proprio gioiello nascosto nel grigiore di Milano e sconosciuto anche a gran parte dei milanesi: a prima vista dall’esterno San Maurizio al Monastero Maggiore infatti sembra una chiesa come tutte le altre, peraltro piuttosto anonima. Chi però, incuriosito, decide di varcare il portale di Corso Magenta, rimane letteralmente a bocca aperta. Lo spettacolo è tanto meraviglioso da togliere il fiato e vale a San Maurizio la definizione di “Cappella Sistina di Milano“.

Le pareti e il soffitto sono completamente ricoperte di dipinti, stucchi e da un ciclo di affreschi di Bernardino Luini e dai suoi seguaci, di scuola leonardesca, che in pieno Rinascimento, dal 1522 al 1529, ritrassero a San Maurizio storie di santi, parabole, episodi della vita di Cristo e della Bibbia sia nella parte pubblica che in quella anticamente riservata alle monache.

San Maurizio infatti è una chiesa doppia, divisa in due parti. In quanto appartenente all’ex Monastero Maggiore, il più grande e antico convento femminile di Milano, nel 1503 l’edificio di culto venne costruito non solo per la cittadinanza ma anche per le monache di clausura, che non potevano entrare in contatto con il pubblico. Da qui la divisione della chiesa in due parti: quella pubblica, con ingresso dalla strada ovvero da Corso Magenta, e quella interna, il Coro delle Monache, separate l’un l’altra da un tramezzo.

Da non perdere gli affreschi sul tramezzo di separazione, raffiguranti il martirio di San Maurizio e San Sigismondo che offre al santo il modello della chiesa. Nella parte pubblica della chiesa una figura di spalle sembra guardare altrove, mentre nel Coro delle Monache in un grande affresco raffigurante l’arca di Noè fanno capolino alcuni unicorni.

Le sante che si affacciano dai tondi dipinti sul matroneo sono probabilmente ritratti delle ricche monache del convento, e i committenti della chiesa, Alessandro Bentivoglio e Ippolita Sforza, compaiono anch’essi negli affreschi, vestiti sontuosamente e dai tratti giovanili, nonostante all’epoca avessero già raggiunto i sessant’anni di età. Sotto il coro poi è da ammirare un magnifico cielo stellato.

Nella monumentalità delle figure, nei meravigliosi passaggi e nell’espressività dei volti, molti critici hanno visto anche l’influenza di Raffaello, mentre altri ne sottolineano quella di Leonardo.  Dal 1985 e fino al 2015 la chiesa è stata oggetto di interventi di restauro grazie a contributi privati.

Orari di visita
Dal 2006 i volontari Touring per il Patrimonio Culturale tengono aperta la chiesa, che in dieci anni di attività è stata visitata da quasi un milione di persone. I volontari accolgono i visitatori tutto l’anno (anche ad agosto) dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 19.30; giovedì dalle ore 9 alle 22.30. L’ingresso è gratuito. La prenotazione, gratuita, è obbligatoria solo per i gruppi (minimo 10, massimo 25 persone) e va effettuata con almeno 15 giorni di preavviso.