Il lago di Resia e la leggenda del campanile che emerge dalle acque

Leggenda vuole che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le campane suonare

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

In mezzo alle acque del lago di Resia, in Val Venosta, Alto Adige, c’è un campanile che emerge dalle acque che rende il luogo molto affascinante.

La storia legata a questa immagine da cartolina, però, non è così idilliaca. Il lago di Resia è il più grande dell’Alto Adige e si trova nel comune di Curon. Il campanile sommerso rimanda a un triste ricordo.

Qui un tempo vi erano tre laghi naturali. Oltre al lago di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. Nel 1950 i tre laghi vennero uniti per costruire una diga. Per realizzare l’opera, però, venne sommerso l’antico centro abitato di Curon, che dovette essere trasferito altrove.

Lo sbarramento costò circa 25 miliardi delle vecchie lire e causò malcontento tra gli abitanti del luogo, che si rivolsero addirittura al Papa per evitarne la costruzione. I tentativi furono vani e l’acqua invase case e terreni coltivati.

Tra le bellezze che andarono perse c’era anche una chiesa del 1300, di cui oggi si può ammirare il campanile che emerge dal lago.

D’inverno, quando il lago si ghiaccia completamente, il campanile può essere raggiunto a piedi.

Oggi il campanile di Curon è uno dei luoghi più suggestivi di tutto l’Alto Adige. Leggenda vuole che, nelle rigide notti invernali, qualcuno senta ancora le sue campane suonare.