Cagliari, cultura vista mare

Qual è il momento migliore per visitare Cagliari, il capoluogo della Sardegna

Difficile resistere al richiamo del mare, eppure è proprio qui a Cagliari, dove l’acqua è cristallina e la sabbia sottile, che vale la pena dimenticarsi per un attimo di essere su uno dei litorali più belli del mondo. L’idea è di sbarcare o volare qui per un lungo weekend di primavera o meglio ancora per una settimana, e di scoprire e godere di tutto l'”altro” che il capoluogo della Sardegna sa offrire, prima di cedere – definitivamente e con rara soddisfazione – alle lusinghe balneari. Maggio è il mese ideale: il clima è meraviglioso, il fico d’India è in fiore e i traghetti non hanno ancora iniziato a vomitare turisti.

E poi maggio è il mese della Festa di Sant’Efisio, un vero e proprio rito per i cagliaritani, che la considerano la più importante del Mediterraneo per lunghezza del percorso, numero di partecipanti, paesi coinvolti e tipicità dei costumi presenti, di rara e incommensurabile bellezza, alcuni dei quali risalgono a centinaia d’anni. Ogni primo maggio, dal 1656, una processione partendo dalla chiesetta di Stampace ripercorre le tappe del martirio del santo che salvò Cagliari dalla peste, decapitato nel 303 a Nora, località sulla costa cagliaritana. Traccas – “carri a buoi” ornati di fiori, nastri e arazzi colorati -, donne e uomini in abiti e gioielli tradizionali da tutta la Sardegna, suonatori di launeddas e cavalieri, precedono il cocchio che custodisce il santo in un tripudio di suoni e colori.

Ed è sempre a maggio che la città si svela rinnovando con la manifestazione Monumenti Aperti: circa 100 monumenti del capoluogo sardo saranno protagonisti di una due giorni tutta dedicata alla riscoperta del patrimonio culturale cittadino animata da gruppi, associazioni e scuole che accolgono i visitatori e guidano alla scoperta dei beni archeologici, storico – artistici e ambientali del proprio centro. Uno tra tutti il museo del Tesoro di Sant’Eulalia, in cui è conservato il patrimonio storico-artistico portato alla luce dagli scavi cominciati casualmente nel 1990, in occasione dei lavori di restauro della chiesa, e che svelarono un’area di grandissimo interesse archeologico. Il rinvenimento di un pozzo pieno di detriti, profondo sedici metri, segnò l’inizio della lunga e fruttuosa ricerca proseguita fino al 2008. Le indagini hanno riportato alla luce una porzione dell’antica Cagliari, non più visibile dopo la costruzione della chiesa attuale, e la visita ai resti rinvenuti è come un viaggio avanti e indietro nel tempo attraverso due millenni. Nel museo, arredi sacri, argenti, tele, paramenti e alcune sculture in legno; mentre il percorso archeologico comprende la visita a una strada romana, alle cisterne e ai pozzi.

Per chi crede che Cagliari sia soltanto una tappa di passaggio, alla quale approdare prima di prendere la strada delle spiaggeQuartu Sant’Elena, Villasimius, Muravera, Pula, Domusdemaria, Castiadas – sarà una magnifica sorpresa scoprire che non è così. Godibile e vivace, la città conserva e mostra sotto una luce bianca e a tratti accecante le testimonianze di coloro che sono passati: dai fenici, ai cartaginesi, ai romani, ai bizantini. Salire e scendere per le strade del centro, con l’occhio che non può che fuggire sempre lì, al mare; passeggiare fino al Bastione di San Remy, con la monumentale scala e l’ampia terrazza panoramica; visitare la ricca e suggestiva Cittadella dei musei, alla sommità del colle del Castello; perdersi in piazza Palazzo (in pendenza…), con il Palazzo Regio e la Cattedrale; fotografare la torre dell’Elefante; spingersi fino all’Anfiteatro romano che d’estate ospita concerti e manifestazioni. E infine andare finalmente veso il mare e verso “La” spiaggia dei cagliaritani, lunga, larga e con la sabbia fine e bianchissima. È il Poetto, più di una spiaggia: un luogo di incontro. Qui i cagliaritani – che fortunati! – mangiano un panino in pausa pranzo, qui quando il vento lo consente si fa kite surf, qui i ragazzi si incontrano ai chioschi. Qui, stanchi ma felici, potrete godere di un primo assaggio d’estate mangiando spaghetti al riccio e bevendo un bicchiere ghiacciato di Vermentino.