Il museo sottomarino di Cancun, in Messico

Musa, le sculture sottomarine dello scultore britannico Jason deCaires Taylor

Sott’acqua, a qualche metro di profondità giacciono centinaia di sculture. Immerse nel silenzio del mare, sono illuminate dalla forte luce del sole messicano. Non sono i resti di un tesoro nascosto. Non si tratta del bottino di un vecchio galeone affondato da qualche pirata che infestava il mare della penisola del Yucatan. Sono invece le opere dello scultore britannico Jason deCaires Taylor che ha creato il MUSA (Museo Subacuático de Arte), il museo sottomarino più grande del mondo, proprio nei fondali del mare della Costa Maya, icona cult del turismo di questo Paese ricco di tradizioni e bellezze naturali.

Taylor è un artista e come ogni creativo che si rispetti ha un forte senso della provocazione. A cosa serve posizionare delle sculture in fondo al mare se solo i sub amanti dell’arte potranno ammirare queste opere? L’opera di Taylor è nasconde un secondo fine. Adagiare delle sculture sui fondali può sembrare una follia perché nessuno le vede, se non qualche sparuto sub e conoscitore d’arte. In realtà l’obiettivo dell’artista è più ambizioso. Immergendo le sue statue sul fondo del mare c’è la speranza che coralli e alghe ne facciano la loro dimora e allentino la pressione dei turisti sulla barriera corallina.

Uomo in fiamme“, “Collezionista di sogni” e “La giardiniera della Speranza” sono tre delle opere dell’insolito museo situato nel Parco nazionale marino, tra Isla Mujeres, Cancun e punta Nizuc. Il museo opera 485 sculture sommerse con figure umane a grandezza naturale e 30 pezzi collocati a terra, che fanno di quest’esposizione sottomarina la più grande attrazione subacquea del mondo. La peculiarità di queste opere è che sono costruite in materiale speciale in grado di favorire lo sviluppo della vita corallina. L’intera struttura occupa una zona di 150 metri quadrati e un peso superiore alle 120 tonnellate. Musei di questo tipo esistono anche a Grenada, Salt Spring Island (Canada) e Portofino, ma nessuno ha le dimensioni di quello creato in Messico e in seguito Taylor ha allestito nuove sorprendenti opere sul Tamigi e alle Bahamas.

Il museo subacqueo di Cancun arricchisce l’offerta turistica Cancun, vittima del proprio successo.Un mare dai colori mozzafiato, le spiagge di sabbia bianca hanno fatto la fortuna di questa cittadina. Ma anche il suo limite. Sorta negli anni ’70 per contrastare Acapulco, lo sviluppo edilizio e turistico di Cancun ha trasformato il luogo in una delle mete turistiche classiche per chi viaggia in Messico. Inoltre, la bellezza della sua barriera corallina attira molti sub e snorkeler che danneggiano il suo ecosistema. A peggiorare le cose ci pensano anche gli uragani che si abbattono con violenza sulla zona. Colpita da vari tifoni e dall’entusiasmo indisciplinato dei turisti, la barriera è stata gravemente danneggiata. “Dopo la prima tempesta avevamo già ricostruito il 90 per cento della barriera” ha spiegato Jaime Gonzalez Cano, direttore del Parco nazionale marino. Ma è bastato che si abbattesse sulla zona l’uragano Wilma per invalidare io lavoro svolto. E come se non bastasse, ha aggiunto Gonzalez, “sono circa 450mila in un anno gli snorkeler che si aggirano in soli quattro ettari di superficie”. Troppi per la barriera, ben vengano le statue di Taylor per valorizzarla e proteggerla.