Reggia di Caserta, una fiaba che s’accende nel buio

La piccola Versailles della Campania si illumina per i turisti

Ogni estate, a partire dal mese di luglio e fino alla metà di ottobre, la visita della Reggia di Caserta diventa ancora più suggestiva, aprendosi ai visitatori al calar della sole per condurli nell’incanto dei Percorsi di luce, giunti all’ottava edizione e per l’occasione interamente rinnovati. È una storia antica quella del palazzo, che inizia nel 1752 quando Carlo III di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, decide che vuole una nuova capitale e sceglie Caserta, lontana dalla costa e più al sicuro dagli attacchi via mare rispetto alla capitale partenopea, come lo era Versailles per Parigi. Il palazzo che qui vi fa costruire è un autentica meraviglia capace di far impallidire le corti più famose. Per quasi un secolo un numero incredibile di uomini lavora al progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli, che muore prima che la sua opera venga ultimata. Arrivando da viale Carlo III, la reggia colpisce subito il visitatore con la sua facciata imponente. Occupa una superficie di oltre 60mila metri quadrati e al suo interno si contano milleduecento ambienti, che includono il teatro di corte, copia in miniatura del San Carlo di Napoli. Salendo lo scalone d’onore si viene catapultati in un mondo barocco: sarà facile capire perché il palazzo è anche chiamato Reggia delle Meraviglie.

Dall’ingresso della Reggia di Caserta l’effetto prospettico a cannocchiale permette di ammirare l’immenso parco reale che lascia letteralmente senza respiro, sia per la sua bellezza, sia perché ce ne vuole di tempo e fiato per visitarlo tutto. Si estende infatti per ben tre chilometri, percorribile a piedi, in bus o su calessi trainati da cavalli. Seguendo il vialone principale e dirigendosi a sinistra si raggiunge il Giardino all’italiana e il Bosco vecchio. Proseguendo, invece, si arriva alla Fontana Margherita, dalla quale parte la Via d’acqua, lungo la quale s’incontrano la Fontana dei Delfini, la Fontana di Eolo, la Fontana di Cecere, quella di Vebere e Adone, e infine quella di Diana e Atteone, sovrastata dalla Cascata Grande, delimitata dal bellissimo Giardino all’inglese.

L’avventura sotto il cielo stellato inizia ai piedi della gigantesca statua dell’Ercole latino, posta davanti allo scalone, proveniente niente meno che dalle Terme di Caracalla. Da qui ci si addentra nel parco, per rivivere la rievocazione dell’eroe mitologico: i testi e le narrazioni di Peppe Servillo, accompagnati dalle musiche di Fausto Mesolella e le immagini video di Giuseppe Ragazzini, seguono tutto il percorso. Si imbocca poi il viale illuminato dalle fiammelle delle candele e dalle lucciole (sì, le lucciole, decine e decine) fino ad addentrarsi nel Bosco vecchio e raggiungere la Torre Pernesta, detta Castelluccia, una piccola fortezza circondata da un fossato con un ponte levatoio costruita per i giochi di guerra del giovane Ferdinando IV. Anni di restauro hanno riportato il prezioso edificio all’antico splendore. Si prosegue poi verso la Peschiera Grande, una vasca lunga quasi mezzo chilometro nel cui mezzo sorge un isolotto, nelle cui acque si svolgevano finte battaglie navali e si allevavano i pesci serviti sulla tavola di corte. Qui si chiude la favola notturna, in una suggestiva danza di fuochi artificiali.