Milano insolita e segreta: alla scoperta degli angoli più misteriosi

I segreti più inquietanti che nasconde il capoluogo lombardo

Se pensate di conoscere bene Milano, forse non avete mai sentito parlare dei mostri e dei fantasmi che si aggirano nei vicoli, intorno agli antichi edifici e nei sotterranei della città. Il libro ‘101 storie su Milano che non ti hanno mai raccontato’ svela oltre cento aneddoti dimostrando che c’è un’altra città nella città.

Se siete coraggiosi e non temete di fare brutti incontri, ecco allora un itinerario breve ma insolito alla scoperta del capoluogo lombardo.

I mostri della Stazione Centrale
Prima del rinnovamento fatto alla Stazione Centrale di Milano, i suoi cunicoli e sotterranei erano rifugio di senzatetto che si raccoglievano nei bui anfratti dimenticati alla ricerca di un riparo. Tra quei disperati senzatetto nacquero miriadi di leggende sui lati oscuri dei sotterranei della stazione. Pare infatti, che esista un piano inferiore invaso all’acqua dove vivono esseri mostruosi, metà uomini e metà serpenti. Ma non è tutto: qualcuno affermò di aver visto anche un vampiro. Un giovane pallido e magro con occhi iniettati di sangue avrebbe aggredito alcuni clochard.

La Chiesa di San Bernardino alle Ossa
E’ uno dei luoghi più inquietanti di Milano. La chiesa milanese, che si trova nella centralissima piazza Santo Stefano era vicino all’ospedale di via Brolo, dove venivano curati i lebbrosi, e a un cimitero-ossario costruito appositamente per ospitare le vittime di questa terribile malattia. Nel 1626 la chiesa fu in parte ricostruita e si allargò fino a occupare lo spazio che prima era del cimitero: da qui la decisione delle macabre decorazioni. Dopo un breve e stretto corridoio si accede a una cappella decisamente macabra: tutte le pareti sono ricoperte di ossa e teschi umani. Una spaventosa leggenda narra che un teschio appartenente a una bambina che si trova a destra dell’altare la notte del 2 novembre prenda vita, invitando tutti gli altri scheletri a inscenare una macabra danza che dura tutta la notte. A voi scoprire se è vero.

Via Bagnera, la via più tristemente famosa di Milano
La stretta Bagnera è una viuzza nei pressi di via Torino, in pieno centro (GUARDA LA MAPPA), famosa per essere una delle vie più strette d’Europa. Ma la sua fama è legata anche a qualcosa di alquanto più inquietante: è stata il luogo in cui si sono compiuti gli omicidi del primo serial killer conosciuto in Europa, Antonio Boggia, 30 anni prima del suo più celebre collega Jack lo Squartatore.

Il fantasma di Porta Nuova
Numerosi sono gli avvistamenti di fantasmi a Milano, ma quello più inquietante è forse l’anima vagante di Bernardina Visconti, il fantasma di Porto Nuova, per la sua triste e tragica morte. Bernardina era la figlia illegittima di Bernabò Visconti ed era il frutto di una notte di passione che egli ebbe con una cortigiana. Bernardina era una fanciulla bellissima e sognava il vero amore: lo trovò in un cortigiano, che ricambiava i suoi sentimenti. La fanciulla, però, era stata costretta dal padre a sposare un uomo che odiava. Scoperto l’adulterio, il crudele padre la rinchiuse in una delle due torri che sorreggono le arcate di Porta Nuova e la lasciò morire di fame. Le due torri oggi non esistono più, ma testimonianze dicono di aver visto il fantasma di una fanciulla in abiti medievali aggirarsi tra le arcate di Porta Nuova.

Il santo con la spada conficcata nella testa
In piazza Sant’Eustorgio si erge una statua dedicata a San Pietro Martire. Si tratta del frate Pietro da Verona che fu nominato Inquisitore di Milano e Como nel 1250 da Papa Innocenzo IV, con il compito di coordinare i processi della Santa Inquisizione che erano stati affidati ai domenicani della basilica di Sant’Eustorgio. I processi e le condanne a eretici, streghe e stregoni di tutta la Lombardia avvenivano nella zona in cui oggi sorge il parco di piazza Vetra (GUARDA LA MAPPA), proprio dietro l’antica basilica. Pietro da Verona aveva la fama di essere crudele, così i processi e le condanne per eresia crebbero in maniera esponenziale subito dopo la sua nomina. Per questo un gruppo di eretici decisero di preparare un attentato contro di lui e Pietro cadde vittima di un agguato mentre era di ritorno da Como, colpito mortalmente da un colpo di falce alla testa.

Il Biscione di Milano
Il Biscione è il simbolo di Milano, lo sanno (quasi) tutti. Un’interpretazione molto fantasiosa del perché lo sia racconta che, in epoca medievale, a Milano esisteva un drago di nome Tarantaso, che abitava in una grotta vicino al lago Gerundo (nelle vicinanze di Lodi). Il drago si nutriva di bambini e aveva un fiato pestilenziale. La leggenda narra che, dopo infiniti tentativi falliti di uccidere la terribile creatura, a riuscire nell’impresa fu Uberto Visconti, capostipite della sua casata, che, per celebrare l’impresa, volle come stemma proprio un biscione con in bocca un bambino.