Eritrea, sogno africano

Nelle azzurre acque si celano relitti subacquei, al largo delle meravigliose isole Dahlak

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Redazione

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Eritrea, parola di origine greca che sta per “rosso”, come il nome del suo mare misterioso e con cui vive un secolare rapporto simbiotico. Nelle azzurre acque si celano relitti subacquei, al largo delle meravigliose isole Dahlak: un arcipelago che conta 350 isole e più di 1000 specie differenti di pesci esotici accolte nel mare sempre limpido.

Mercati dai colori sgargianti al profumo di mille spezie, abili Nakuda che solcano il mare su sambuchi silenziosi e slanciati, il rito del caffè con la tipica “Djebena”, in più ben nove etnie diverse e quattro religioni per un’antologia vivente di storie umane e locali. Nei grandi centri di Asmara, la capitale, e Massawa, la classe dirigente è per lo più composta dai Tigrini, la cui etnia copre circa il 50% dell’intera popolazione.
Arbate Asmere è il nome d’origine della capitale, e rimanda ai “quattro villaggi” fondati da alcuni pastori nel lontano XII secolo. Furono gli italiani a decidere che questa sarebbe dovuta essere il gioiello dell’Africa, rappresentazione fatta città dell’impero italiano. Non a caso si incontrano locali come il Cinema Impero e Bar Roma, ed un quartiere, quello di Gheza Banda, in zona sud-est, chiamato in origine “Italian Gheza Banda”.

Da un punto di vista artistico, questa racchiude tutti gli stili del primo Novecento: architetture cubiste e futuriste si alternano ad altre neoclassiche, razionaliste ed espressioniste, con un piacevole alternarsi di ville art decò. E l’arte moderna si affianca a tanta tradizione: sui caratteristici banchi del Medareb, mercato del XVIII secolo, gli artigiani mettono in vendita oggetti di ogni tipo riciclando metallo.

Per un bel tour spirituale, uno dei principali monumenti della città è la Cattedrale Cattolica di Santa Maria, in puro stile romanico lombardo. Il campanile di 52 metri (al suo interno ben otto campane) è il punto di riferimento della Harnet Avenue, la strada principale della città. In Maryam Gmbi Street si trova il Museo Nazionale con reperti archeologici delle civiltà antiche presenti in Eritrea e una ricca collezione di oggetti ed arti dei nove gruppi etnici del paese.

Parte dell’Arcipelago delle Dahlak è riserva nazionale, denominata “Parco Nazionale Marino delle Dahlak”. Per lo snorkelling le isole migliori sono la Green Island e le isole Entrea e Harat. Nell’isola più grande, Dahlak Kebir, è possibile incontrare antilopi e gazzelle, mentre nell’isolotto di Dur Ghella prolifera il pesce pappagallo e il pesce d’angelo.