Nel deserto di Lawrence d’Arabia

"Vasto, echeggiante e simile ad una divinità”, con queste parole Lawrence d’Arabia descriveva il Wadi Rum, il più esteso e meraviglioso deserto della Giordania

Nel cuore della Giordania c’è un luogo magico, il deserto del Wadi Rum, che ha molte storie da raccontare. Una di queste, la più famosa per noi occidentali, è quella che narra le gesta epiche di Lawrence d’Arabia, un personaggio realmente vissuto, che ha lasciato dietro di sé una scia di romanticismo tale da ispirare un anche un celebre film con Peter O’Toole e Omar Sharif.

Thomas Edward Lawrence era un ufficiale dei servizi segreti di Sua Maestà britannica, ma anche un archeologo e uno scrittore. Nel suo libro intitolato I sette pilastri della saggezza – che ha dato il nome anche a una delle più imponenti formazioni rocciose del Wadi Rum – racconta le sue esperienze nel deserto durante la rivolta araba contro l’Impero Ottomano avvenuta nel Novecento. Lawrence fu un paladino del nazionalismo arabo. Viene infatti ricordato come uno dei più controversi e discussi protagonisti dell’insurrezione delle tribù arabe.

Nel deserto del Wadi Rum è possibile ripercorrere i suoi passi, tornando sui luoghi in cui è vissuto e respirando l’atmosfera di quel tempo. “Vasto, echeggiante e simile ad una divinità”, con queste parole Lawrence d’Arabia descriveva il Wadi Rum, il più esteso e meraviglioso deserto della Giordania, con i suoi paesaggi favolosi, incontaminati e senza tempo.

Una volta lasciata la strada principale che collega la Capitale Amman a Petra, si percorrono le piste sterrate a bordo di Jeep 4×4 e ci si addentra nel deserto che dapprima è roccioso, ma poi incontra le dune. I colori qui, le cui sfumature vanno dal giallo ocra al rosso mattone, dal bianco al marrone, ricordano l’ambiente del pianeta Marte. Alcuni punti sono così simili al pianeta rosso da essere stati usati come set di film come il recente The Martian, interpretato da Matt Damon.

Per i giordani il Wadi Rum è conosciuto come ‘valle della luna’, con sabbia e rocce di arenaria dalle forme antropomorfe che creano un’atmosfera magica. Il Wadi è una valle scavata nel corso di millenni dallo scorrere di un fiume nel suolo. Dalle dune si passa ad altopiani come il monte Jebel Rum (1.754 metri), il punto più elevato del Wadi, mentre più a Sud, al confine con l’Arabia Saudita, c’è il monte Jebel Umm al-Dāmī (1.830 metri). Nel 2011 è stato inserito tra i beni naturalistici protetti dall’Unesco.

Come veri beduini, si può alloggiare in uno dei tanti campi tendati che sono stati allestiti nel bel mezzo del deserto, alcuni piuttosto spartani ma la maggior parte molto confortevoli, con bagno in camera e terrazza dove rilassarsi la sera osservano lo spettacolo naturale gentilmente offerto dalla volta celeste.

Anche Lawrence viveva in un campo nel deserto insieme ai beduini, di certo meno comodo di quello frequentato oggi dai turisti. Ma ci si può immagine com’era la vita allora, basta sedersi sui tappeti nelle tende beduine e mangiare insieme ai locali lo Shrek, il sottilissimo pane beduino, che accompagna lo Zarb, il barbecue del deserto fatto di verdure, pollo e montone cotti su carboni ardenti sotto la sabbia, sorseggiando il tipico caffè a base di cardamomo.

Nonostante sia un deserto, il Wadi Rum regala molte attrattive: si possono osservare numerosi esempi di pittura rupestre. Se ne contano all’incirca 30.000. Si tratta di petroglifi realizzati, prima, dalle tribù di Thamudeni, provenienti dall’Arabia meridionale e, poi, dei Nabatei che si insediarono nel Wadi Rum nel IV secolo a.C.

Ci si può avventurare negli stretti canyon caratterizzati da incredibili formazioni geologiche a bordo dei fuoristrada oppure a cavallo o a dorso di cammello. Il panorama qui si distingue per i suoi archi e ponti naturali, nonché per le pietre modellate come funghi, intagliate e plasmate dalla natura dopo anni di vento ed erosione.

Considerato da molti uno dei panorami più strabilianti al mondo, il Wadi Rum è un paradiso per gli amanti della natura.