Burj Khalifa, in vetta ai grattacieli

4 miliardi di dollari, 160 piani per 828 metri di altezza

Si chiama Burj Khalifa – Burj, torre in arabo; Khalifa dal nome dello sceicco degli Emirati Arabi Uniti, Khalifa ben Zayed al Nahyane – il grattacielo inaugurato il 4 gennaio 2010 a Dubai tra spettacolari giochi pirotecnici lanciati dallo sceicco Mohammad Bin Rashed Al-Maktoum.

Oltre 4 anni di lavoro, 12mila persone impiegate per realizzarlo (seppure con un anno di ritardo sui tempi previsti) con una spesa da 4 miliardi di dollari, 160 piani per 828 metri di altezza, 300 in più della torre di Taipei a Taiwan che finora deteneva il primato di più alta del mondo, seguita dal Shanghai World Financial Center (492 metri) e dall’International Commerce Centre (483 metri). Non a caso è visibile da oltre 90 chilometri di distanza, ha specificato con orgoglio Mohammad al Abbar, il presidente della Emaar Properties, la società che ne ha curato la costruzione su progetto della Skidmore, Owings & Merill (gli stessi della Sears Tower di Chicago).
Dei 160 piani, 49 saranno destinati ad uffici e 61 ad appartamenti: in totale sono previsti 1.100 appartamenti. Diciotto piani sono poi riservati all’Hotel Armani, il primo disegnato interamente dallo stilista, che aprirà a marzo.
Il grattacielo, la cui pianta si ispira alla forma dell’hymenocallis, un fiore molto diffuso nell’emirato, è dotato di 58 ascensori che viaggiano ad una velocità record di 10 metri al secondo.

Al 124esimo piano una balconata panoramica aperta al pubblico offre una veduta della città a 360 gradi mentre ai suoi piedi un sistema di fontane (progettato dalla stessa compagnia che ha curato quella del Bellagio a Las Vegas) spara getti d’acqua fino a 150 metri di altezza.