Tra le rive del Nilo: viaggio al Cairo, in Egitto

Non solo piramidi e deserto. Il Cairo si estende sulle due rive del Nilo ed è una città moderna che cambia e cresce ogni giorno. Partire alla scoperta della capitale egiziana è facile per noi europei. In due ore di volo si arriva e già atterrando all’aeroporto di Cairo International l’atmosfera che si respira è quella di una città che fa da cardine tra due continenti, divisa in due. Il governatorato di Giza, sulla riva occidentale, e quello del Cairo propriamente detto, sulla riva orientale, si confondono nella stessa megalopoli. La più grande città del continente africano ogni giorno si mangia un po’ di sabbia del deserto e di terra coltivata. Lo fa così bene, con tanta fame, che nessuno sa più quanti sono i cairoti: 10 milioni, 15 milioni, 20 milioni? Ecco una proposta di itinerario suggerita dall’ufficio del turismo, per una prima full immersion nell città che per gli egiziani è “la Madre del mondo”.

Il Cairo di notte
Il Cairo stupiva i viaggiatori già al tempo dei Mamelucchi. Ma Il Cairo, immortale, inalterabile, resta per gli egiziani “la Vittoriosa”, o più semplicemente “Misrì” dal nome dell’intero Egitto. Il visitatore straniero, a condizione di essere disposto a lasciarsi inghiottire da questo mondo, potrà scoprire la dolcezza delle notti illuminate dal neon verde delle moschee, la convivialità dei piccoli caffè popolari, il piacere di andare a zonzo nei vicoli e il sorridente buon umore dei cairoti.

Il centro città
La città moderna, l’attuale centro, si estende sulla riva orientale del Nilo, tra le piazze Tahrir, Ataba e la stazione Ramsete. Questo quartiere, europeizzato alla metà del XIX secolo, è stato costruito secondo il modello dell’allora prefetto della Senna, Georges Haussmann: strade larghe che si incrociano ad angolo retto, edifici rococò con decorazioni di stucco, a quel tempo segno della massima modernità. Vi si scopriranno anche alcuni gioielli architettonici della Belle Epoque.

Grandi magazzini e passaggi coperti
Lungo le vie Talaat Harb e Qasr el-Nil, e il viale 26 luglio immensi cartelloni a colori annunciano i film in programmazione nei cinema della città. I cairoti hanno l’abitudine di affollarsi ogni giovedì sera sui marciapiedi di questa via votata allo shopping. Vi si trovano negozi di scampoli, di abiti, di scarpe e grandi magazzini, ma anche eccellenti pasticcerie, fast-food alla moda e cabaret dove si può assistere alla danza del ventre. Nella folla si mescolano turisti e studenti dell’Università americana.

Abbandonando le vie di grande traffico e penetrando nei sorprendenti passaggi coperti di Khan El Khalili, il visitatore scopre ristorantini e piccoli caffé popolari in cui uomini in vestito e cravatta vengono a fumare il narghilè e bere il loro thé dolcissimo al riparo dalla folla. Tahrir Square (Piazza della Liberazione) nel cuore del centro, rappresenta da sola il Cairo. Un edificio di stile orientale ospita l’Università americana. Un enorme edificio semicircolare, il Mogamma, è la sede di vari dipartimenti governativi. La proroga di un visto potrebbe richiedere una visita in questo edificio e, in tal caso, sarà poi particolarmente apprezzata una birra gelida sulla terrazza del Nile Hilton.

La metropolitana, la quarta piramide
La prima linea del metro (42,5 km, 33 stazioni), inaugurata nel 1987 alla presenza di Jacques Chirac, allora primo ministro francese, ha dato del filo da torcere agli ingegneri che l’hanno progettata e realizzata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oltre un milione di passeggeri al giorno si infilano nel lungo tunnel tra El-Marg a nord e Helwan a sud, in una struttura perfettamente funzionante. Il primo settore della seconda linea, che collega le due rive, è stato inaugurato nel 1996. La linea è stata prolungata fino a Giza nel 2000 per un totale di 19 km e 18 stazioni.

La vita comincia dopo il tramonto
Nel cuore della notte cairota, splendide ballerine vestite di strass occupano il centro della scena. Ciò che gli occidentali chiamano danza del ventre è vista qui come una vera e propria istituzione. Al punto di avere maestri di danza che accolgono allieve da tutto il mondo, e star che sono contese da grandi registi e dai più grandi alberghi, oltre che suoi sarti, musicisti e una sua specifica strada di cabaret, come anche i suoi bar malfamati

I quartieri islamici
Il Cairo, la “città dai mille minareti”, non ha per i musulmani il carattere sacro della Mecca, di Medina o di Gerusalemme. Ma le sue strade e le sue viuzze nascondono tesori di arte islamica, sovente in cattivo stato, ma sfolgoranti agli occhi di chi sa scoprirli e ammirarli. L’entrata nei monumenti islamici è a pagamento. Attenzione, i visitatori devono essere vestiti in modo conveniente: niente pantaloni corti e canottiere e le donne dovranno avere il capo coperto in tutte le moschee.

Intorno a Bab el-Foutouh
Nei quartieri della vecchia Cairo islamica troverete moschee, palazzi, caravanserragli e scuole coraniche che hanno putroppo subito gli assalti del tempo. Ma da questi quartieri popolari, certamente poco turistici, emerge tutta la vita del piccolo popolo del Cairo: piccoli mestieri, venditori ambulanti, artigiani.

Le due porte monumentali, Bab el-Futuh (porta delle Conquiste) e Bab el-Nasr (porta della Vittoria) segnano il limite settentrionale del Cairo fatimita. Tra le due porte, le vestigia dell’antica cinta fortificata che proteggeva il villaggio emanano un senso di invulnerabilità. Accanto alla porta della Vittoria si erge la moschea el-Hakim, costruita nei primi anni del Mille. Frequentata esclusivamente da una setta sciita indiana, nel 1980 è stata restaurata con marmo e cemento armato, perdendo molto della sua sobria bellezza.

Moschea Al Aqmar
Davanti alla moschea si apre la via Muizz el-Din Allah, fiancheggiata da magnifici monumenti islamici. In una delle prime stradine a sinistra (via Dahab), la Beit el-Suhaym, antica dimora di uno sceicco di el-Azhar del XVII secolo, dà la misura dello splendore delle abitazioni dei notabili al tempo dei Mamelucchi. La via Muizz el-Din Allah vi porta alla moschea el-Alqmar (1125), e alla madrasa del sultano Barkuk (XIV secolo). Sulla destra, il mausoleo di Qalaun, edificato tra il 1284 e il 1293, un monumento dal silenzio rasserenante, che comprendeva una moschea madrasa (scuola), un ospedale e un sepolcro.

Il Cairo, quartiere copto, il monastero ortodosso di San Giorgio
Situato sulla riva orientale del Nilo (riva destra), di fronte alla punta meridionale dell’isola di Roda, è l’insediamento urbano più antico su questa sponda del fiume, dove ancor oggi abitano i copti. Ci si può arrivare in metro (direzione Helwan, stazione Mari Girgis) o in battello (partenza di fronte al palazzo della televisione, a nord della piazza Tahrir). Scendendo i pochi gradini che portano a Misr el-Qadima e superando le mura che la circondano, quelle della Babilonia romana, entrate in un altro mondo, regno del silenzio e del raccoglimento. Le stradine conducono al convento San Giorgio, alle chiese San Sergio e Santa Barbara, e alla sinagoga Ben Ezra (nei pressi del cimitero cristiano), recentemente restaurata grazie all’iniziativa della comunità ebraica.

Le chiese, salvo la chiesa San Giorgio, più moderna, e la chiesa “Sospesa” non si distinguono dalle case circostanti: stesse pietre, stessa architettura, senza segni religiosi esterni.

Le grida dei venditori ambulanti
Incomprensibili ai più, le grida dei mercanti racchiudono tutta la poesia e lo humour della gente egiziana. Eccone qualche esempio. Per esaltare la dolcezza dell’uva: “Sotto la pergola non riposare quando arrivano le api a succhiare!”. “Canne di 7 metri, canne magiche”, urla il venditore di canne da zucchero, quando tutti sanno che non ci sono canne più lunghe di 5 metri al massimo. “Quando la pentola delle fave vuota sarà, nessuno più ve ne darà”, sostiene con buon senso il venditore che vuol sbarazzarsi al più presto del contenuto della sua marmitta.

Il Cairo, il suk di Khan El-Khalili
È il regno dei commercianti e dei turisti. Nelle sue viuzze si vendono e acquistano gioielli, oggetti di rame, cofanetti intarsiati, imitazioni faraoniche, pietre dure, tappeti, oggetti di vetro soffiato e altri souvenirs. Ancora oggi le botteghe sono riunite in corporazioni. Si ciondola, si mercanteggia, si passa il tempo. Poi si va a bere il tè o il karkadè al caffè Fichawi, punto inevitabile del khan. Non molti anni fa anche Naghib Mahfuz veniva a rilassarsi sotto uno dei grandi specchi ingialliti dal tempo.

La Città dei Morti
Ai piedi della falesia del Moqattam si estende, per chilometri quadrati, la Città dei Morti, senza alcun dubbio una delle più vaste necropoli del mondo. Vi sono tombe, ancora del XV secolo, di gente semplice, piccoli catafalchi di pietra, e mausolei grandiosi dove riposano emiri e sultani. I vivi, loro, abitano casupole di due o tre stanze, per vegliare i morti, secondo un rituale ereditato dai faraoni. Quando abitare al Cairo era diventata una scommessa, i più poveri hanno occupato queste ville che hanno l’enorme vantaggio di offrire spazio e silenzio. Gli abitanti della Città dei Morti vivono senz’altro meglio di quelli dei quartieri sovrappopolati di Imbaba o di Shubra. Gli appassionati di architettura mamelucca potranno visitare nella parte nord della necropoli (el-Khalifa) i due mausolei di Qaitaby e di Barkuk.

Le isole: Gezira e Roda
La verdissima isola di Gezira, in mezzo al Nilo, al riparo dalla folla della capitale, ospita il quartiere residenziale di Zamalek, club sportivi, il nuovo teatro d’opera e la torre del Cairo, che dall’alto dei suoi 185 metri domina la città. Sede di numerose ambasciate, prediletta per la sua quiete da molti residenti stranieri, Zamalek sembra vivere a un ritmo proprio. Il visitatore, stanco di ingorghi stradali e della folla dei quartieri popolari, può passeggiare tranquillamente nelle strade ombrose fiancheggiate da ville dal fascino nostalgico. L’isola di Roda ospita il palazzo Manyal, ex residenza del figlio del khedive Tewfiq, Mohamed Alì, oggi trasformata in museo (aperto dalle 9 alle 16, entrata a pagamento). Nascosta sulle rive del Nilo, protetta da una muraglia simile a una fortificazione, l’ex dimora reale è circondata da uno splendido giardino dalla vegetazione rigogliosa.

La riva occidentale
Separata amministrativamente dalla riva orientale – quando si lascia il Nilo si lascia Il Cairo e si entra nel governatorato di Giza – la riva occidentale del fiume è diversa anche come carattere e come popolazione. Qui si estendono chilometri di edifici moderni, senz’anima, lungo grandi strade diritte. Ogni tanto un parco con maestosi eucalipti, la piazzetta di villaggio, una bella villa restaurata ricordano al visitatore che una certa borghesia, soltanto qualche decennio fa, amava costruire le sue residenze in piena campagna.