Viaggiare rende meno razzisti. Lo dice la scienza

Viaggiare può sconfiggere il razzismo ed è la scienza a dirlo. Ecco cosa hanno scoperto alcuni ricercatori grazie ai loro studi in materia

Per abbattere il razzismo, viaggiare è la migliore soluzione e lo dimostra la scienza. È risaputo da tutti che andare all’estero arricchisce culturalmente, permette di conoscere nuove usanze, diversi stili di vita e modi di pensare. Risulta quindi inevitabile che queste esperienze rendano le persone più intelligenti rispetto a coloro che restano chiusi nel loro mondo e nelle proprie convinzioni. Secondo alcune ricerche, tuttavia, è risultato anche che chi viaggia all’estero impara ad essere più tollerante e meno razzista nei confronti delle persone di etnie diverse.

Adam Galinsky, professore della Kellogg School of Management, insieme a Godart, Maddux e Shipilov ha intrapreso una ricerca sui risultati delle esperienze professionali all’estero nel settore della moda. Secondo i risultati, è venuto fuori che gli stilisti che hanno avuto modo di viaggiare maggiormente, hanno portato innovazioni creative molto più numerose e rilevanti. Coloro che vi hanno anche vissuto, hanno avuto la capacità di comprendere la mentalità della gente del luogo. Per la scienza è quindi l’allontanamento mentale dalle proprie convinzioni a dar modo alla mente di modellarsi e aprirsi al nuovo senza emettere giudizi.

Un ulteriore studio è stato condotto da Carmit T. Tadmor della Tel Aviv University, in collaborazione con ricercatori provenienti da altri istituti. Anch’essi hanno utilizzato la creatività come strumento di ricerca, dimostrando come questa venga ostacolata ed inibita dall’essenzialismo razziale, ovvero la convinzione che ogni etnia segua un modello unico e fisso. Coloro che invece risultano avere una mentalità chiusa ma sono motivati ad apprendere, non usano stereotipi e sono più inclini all’accettazione e al cambiamento. Si tratta indubbiamente di un risultato molto interessante che mostra il rapporto tra intolleranza e creatività. In poche parole, viaggiare fa bene alla mente.

A sostenere tali convinzioni interviene la professoressa Mary Helen Immordino-Yang, della University of Southern California. A sua detta le esperienze all’estero non solo aiutano a diventare più colti, ma anche ad acquisire più sicurezza in se stessi. Questo perché, confrontandoci con altre persone, diventiamo più consapevoli pur uscendo al di fuori della nostra zona di sicurezza. “Abbiamo notato che viaggiare”, aggiunge Galinsky, “rafforza il senso di fiducia nei confronti dell’umanità”. La ricercatrice dell’università di Tel Aviv appoggia la tesi, in quanto questa fiducia potrebbe rafforzare la creatività, oltre che abbattere il razzismo.