Nel Salento, la città scavata nella roccia che cela un mistero

Il fascino di questo villaggio è rimasto intatto, per il visitatore avventuroso che decide di penetrare negli stretti passaggi intagliati nella roccia

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Nell’entroterra del basso Salento, dove i turisti non sempre arrivano perché attirati più dalle acque caraibiche della costa pugliese, c’è un luogo ricco di mistero che viene spesso chiamato la Petra italiana.

Si tratta del villaggio rupestre di Cupelle, nei pressi di Ugento, in provincia di Lecce. Un antico villaggio che sorge in parte sul sito dell’antica Ozan (in latino, Uxentum), un’importante città messapica risalente a prima di Cristo.

Il villaggio rupestre di Cupelle

Costituita per la maggior parte da cellette e grotte di diverse dimensioni scavate nella roccia viva, in parte occluse da crolli avvenuti nei secoli o interrate, è un luogo intriso di mistero.

Il complesso rupestre è molto particolare ed è conosciuto soprattutto per la presenza di una colombaia in grotta, con centinaia di cellette scavate interamente nella roccia. Un grande foro sulla volta consentiva l’ingresso dei volatili che nidificavano all’interno delle nicchie. Probabilmente sarà stato questo elemento a scatenare un’associazione di idee che ha portato a indicare il luogo come “grotta di Polifemo”.

Un territorio da scoprire

Anche nella vicina frazione di Sant’Antonio c’è una grande necropoli messapica, ma anche una di epoca medievale, a testimonianza dell’antica persistenza degli abitanti nella zona. Cisterne, frantoi, grotte, probabili luoghi di culto, lunghi corridoi e passaggi strettissimi: alcuni ambienti sono quasi inaccessibili per via della vegetazione che ha invaso ogni cosa.

Da qui passava la famosa via Sallentina, usata dai Messapi, ma resa importante dai Romani, con la quale collegavano Taranto a Otranto, passando per Ugento e il Capo di Leuca. Ma questa importante arteria è stata usata in ogni epoca, come dimostrano alcuni resti archeologici e incisioni ritrovate lungo il percorso, forse lasciate dai pellegrini o di prodi cavalieri in partenza per le Crociate.

Lungo la strada si trova la Chiesa della Madonna della Luce, il cui interno è decorato con affreschi meravigliosi.

Il fascino di questo villaggio è rimasto intatto e misterioso, per il visitatore avventuroso che decide di penetrare negli stretti passaggi intagliati nella roccia viva, alla scoperta di chissà quale mistero. O, forse, di un tesoro nascosto.