L’arte fa bene: lo dice la scienza. Ecco perché in 7 motivi

L'arte è una medicina: per ogni tipo di malattia c'è un'opera e la relativa cura (senza controindicazioni)

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Quante volte dopo aver visto una mostra ci si sente appagati, sereni oppure turbati? L’arte sembra avere un ruolo che va oltre “l’arte per l’arte”, comprensibile grazie agli stati d’animo che si manifestano.

L’arte è, dunque, una sorta di medicina. Lo scrive l’Huffington Post a proposito del saggio L’arte come terapia di Alain de Botton e John Armstrong in cui i due autori individuano le proprietà medicinali dell’arte.

Per ogni tipo di malattia ci sono opere, cure e motivazioni. Questo prontuario medico-artistico può essere impiegato per ogni tipo di malessere, in quanto l’arte fa bene e non ha controindicazioni. Anzi, l’arte ha ben sette funzioni. Eccole:

1. Aiuta la memoria: l’arte consente di non dimenticare. Il talento di un artista sta nel distinguere ciò che vale la pena immortalare. Egli eleva “i dettagli che contano” e ce li mostra.

2. Dà speranza: “In genere quando i pittori ci mostrano un mondo migliore rispetto a quello reale, non lo fanno perché i loro occhi non sono in grado di coglierne le imperfezioni”. Lo fanno per dare speranza. “Sentirci subito appagati e acquisire una visione apertamente ottimistica della vita e del mondo – in altre parole, essere pervasi da una speranza ingiustificabile – ci fa paura”.

3. Cura il dolore: “Una cosa che l’arte può fare per noi è insegnarci a vivere meglio. Un’opera d’arte è in grado di sublimare il dolore ovvero gli dona un’altra forma, come accade per i liquidi che, attraverso il processo di sublimazione, passano dallo stato solido a quello gassoso, saltando lo stato liquido. Il dolore evapora, come il gas, con il vantaggio di aver saltato uno stato.

4. Dona riequilibrio: “vogliamo migliorare noi stessi, ma nei momenti critici perdiamo la motivazione. In tali circostanze, un’opera d’arte che ci spinga a dare il meglio di noi stessi può essere di enorme beneficio, e solo chi ha una paura maniacale dell’intervento esterno o chi si ritiene già perfetto ne sarebbe infastidito”.

5. Migliora la conoscenza di sé: un’opera ci stuzzica sempre perché “gli esseri umani non sono trasparenti a se stessi”. E allora ecco che aiuta a sollevare il velo tra noi e noi.

6. Aiuta la crescita: l’arte ci rende incerti perché, anche se non lo ammettiamo, spesso non capiamo l’opera che ci sta di fronte, e questa mancata comprensione può portare noia o persino fastidio, ma “è quando troviamo punti di contatto con ciò che ci è estraneo che riusciamo a crescere”.

7. Migliora l’apprezzamento: il quotidiano fa perdere il senso della bellezza di ciò che abbiamo. Osservare un’opera aiuta a cambiare prospettiva della realtà e rompe l’abitudine. “L’arte ci spoglia della corazza e ci salva dall’indifferenza che riserviamo a ciò che ci sta intorno. Recuperando la sensibilità guardiamo le stesse cose con occhi nuovi”.