Lago di Carezza, lo specchio d’acqua che nasconde una ninfa

Il bacino nel cuore delle Dolomiti Occidentali è un luogo misterioso che ha ispirato una leggenda affascinante. I colori variopinti rendono le sue acque uniche al mondo

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SiViaggia

Redazione

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Una ninfa, un mago e uno specchio d’acqua da sogno. Atmosfere fiabesche e natura spettacolare si fondono nel Lago di Carezza. Siamo in Alto Adige, precisamente nella Val d’Ega, cuore delle Dolomiti Occidentali.

Proprio qui spicca questo bacino d’acqua spettacolare con colori che riflettono le luci del cielo.  Abbracciato da un bosco di incantevole bellezza e circondato da leggende e misteri, il lago Karersee (in tedesco) è da vedere assolutamente durante una vacanza in questa splendida Regione.

Il Lago di Carezza: una perla da visitare

Ci troviamo a 1534 metri di altitudine, nel comune di Nova Levante, a circa 25 chilometri da Bolzano. Tra i fitti boschi di abeti ai piedi del massiccio del Latemar, è adagiato lo specchio d’acqua suggestivo del Lago di Carezza.

Nelle sue acque smeraldine si specchia la catena montuosa del Catinaccio, e i colori unici al mondo di questo lago alpino e delle montagne che lo circondano hanno ispirato leggende e suggestioni. Una zona da anni molto amata dagli escursionisti e, nei mesi più freddi, dagli appassionati di sport invernali.

Pensate che il Lago di Carezza è frequentato anche dai sommozzatori, che si immergono nel fondale per ammirare la statua in bronzo di Ondina, la ninfa che secondo la leggenda abitava queste acque.

Le leggenda del Lago di Carezza

Si narra che un giorno lo stregone di Masaré sentì cantare la ninfa Ondina e si innamorò di lei. Per conquistarla chiese aiuto alla strega Langwerda, che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioielli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al gruppo montuoso del Latemar e di recarsi al Lago di Carezza per attirare la ninfa. Ondina rimase attratta dall’arcobaleno, ma si accorse ugualmente della presenza del mago, che si dimenticò di travestirsi, e scappò immergendosi nelle acque del lago, senza più risalire.

Da allora la ninfa non venne più vista da nessuno. Lo stregone, affranto dalle pene d’amore, strappò l’arcobaleno, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò nel lago. Questa sarebbe la ragione per cui ancora oggi il lago di Carezza risplende di colori così vivaci ed è conosciuto anche come “Lago dell’Arcobaleno“.

In onore della ninfa Ondina e di questo leggendario racconto venne nascosta, a circa 3 metri di profondità, una statua in bronzo che la rappresenta. Quando le acque del lago si abbassano, è possibile avvistarla.

Sponde e vedute del Lago Carezza
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Scorcio del Lago di Carezza

Fluttuazioni e segreti nel cuore del Latemar

L’aura di mistero che circonda questo lago è dovuta anche all’assenza di emissari visibili. È infatti alimentato da sorgenti sotterranee che scorrono dalle cime del Latemar e, a seconda della loro portata, il lago cambia aspetto. Nei mesi autunnali, fino all’arrivo della neve (quando diventa ghiacciato) il suo livello è basso, mentre a primavera, dopo lo scioglimento dei ghiacci, raggiunge la sua massima portata.

Oltre al sentiero ben segnalato che circonda il Lago di Carezza è possibile anche percorrere il cammino che conduce al monumento dedicato all’imperatrice Elisabetta d’Austria, la famosa Principessa Sissi che nell’agosto 1897 trascorse un periodo di riposo proprio a Carezza.

Vista notturna sul Lago di Carezza, la perla delle Dolomiti
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Vista notturna sul Lago di Carezza