Snowboard, che passione!

Acrobazie nell'aria e forme plastiche, genio e sregolatezza dei rider

Jump, woop, kicker, freestyle, freeride. I rider parlano una lingua tutta loro. Hanno una filosofia tutta loro e un tipo di abbigliamento inconfondibile, coloratissimo e bizzarro, che ha influenzato anche lo streetwear quotidiano. Cavalcano una tavola, lo snowboard detto anche semplicemente ‘snow’; – che scivola via in modo apparentemente incontrollabile dalle vette innevate. Saltano su qualunque cunetta o jump (salto) che incontrano lungo la discesa, sbizzarrendosi con evoluzioni acrobatiche e assumendo pose plastiche che lasciano a bocca aperta. Si danno appuntamento negli snowpark sparsi un po’ ovunque nelle località di montagna. Inaugurato di recente, l’O’Neill King Laurin Snowpark all’Alpe di Siusi, in Alto Adige, ha ospitato una competizione durante la quale si sono sfidati rider provenienti da tutto il mondo, la Garden of Roses, vinta dall’italiano Filippo Crudeli, ‘crudo’ per gli amici. 

 

Lo snowboard è uno sport nato negli Anni Sessanta negli Stati Uniti. Inizialmente, l’ingegnere Sherman Poppen, che lo ideò per i propri figli, lo chiamò ‘snurfer’, da ‘snow’ (neve) e surfer (navigatore). Da allora di strada (sarebbe meglio dire ‘pista’) ne è stata fatta e dal 1998 è divenuto anche una disciplina olimpica. I rider, anche i professionisti, sono mediamente molto giovani. Si inizia a praticare lo ‘snow’ da bambini fino ai trent’anni circa. Ma, essendo una disciplina piuttosto recente, in realtà non ci sono rider che hanno sempre fatto soltanto questo sport. I più maturi sono coloro che hanno iniziato con lo sci tradizionale e che, solo in seguito, hanno scoperto la passione per la ‘tavola’. Ci sono rider che hanno anche 70 anni!

 

I rider hanno uno spirito libero. Coloro che scelgono di diventare professionisti dello snowboard il più delle volte preferiscono restare indipendenti da allenatori e manager, procuratori e sponsor. La loro parola d’ordine è divertimento, come dice Julien Haricot, rider che ha partecipato alla ‘Garden of roses’. Non esiste una dieta per i rider e neppure un allenamento specifico prima di indossare la tavola. Il riscaldamento consiste nello scendere dalle cime delle montagne e saltare. Il più delle volte tutto ciò a scapito di ginocchia distrutte e fratture a varie parti del corpo, che i rider esibiscono con orgoglio. Casco, ginocchiere, guanti e maschera sono d’obbligo per proteggere le parti più esposte da eventuali cadute.