Un Buddha gigante, circondato dalla lavanda: la meraviglia di Sapporo

In Giappone, su di una collina colorata dalla lavanda, sorge un Buddha alto più di 13 metri

Un Buddha gigante, circondato dalla lavanda: la meraviglia di Sapporo

Fonte: Twitter

 

Nella prefettura di Hokkaido, Sapporo è la quinta città più grande del Giappone. Una città moderna, resa famosa agli occhi del mondo per aver ospitato nel 1972 le prime Olimpiadi Invernali mai organizzate in Asia. E, oggi, destinazione di turisti da tutto il mondo soprattutto durante il Festival della Neve.

Qui, tra i palazzi e la natura, c’è cimitero che ha una caratterista unica. Si chiama Makomanai Takino e, al suo interno, ospita una collina piantumata con migliaia di esemplari di lavanda. Un vero e proprio capolavoro dell’architettura paesaggistica, con le piante a regolare distanza che formano cerchi concentrici sempre più piccoli. Fino alla cima, da cui sbuca la testa di un Buddha gigante. Realizzata dall’architetto giapponese Tadao Ando, la cui fama è celebre in tutto il mondo, la scultura è incastonata in un cuore verde grande 180 ettari.

Sotto al terreno, un tunnel lungo 40 metri permette di raggiungere il Buddha. In un percorso che – secondo i giapponesi – dovrebbe preparare lo spirito all’incontro con la divinità. Ecco perché, il tunnel, lo si deve percorrere rigorosamente in silenzio. Meditando, o pregando. Pare che, l’effetto, sia spettacolare: terminato il percorso, il visitatore raggiunge una sala illuminata dalla luce naturale e, alzando la testa, si trova dinnanzi tutta l’imponenza di quella statua alta oltre 13 metri. Il tutto, in un contesto da favola: le 150 mila piante di lavanda, d’estate, colorano la collina di un viola pallido che diventa verde in primavera e bianco come la neve in inverno.

Non è, quella del Buddha gigante, l’unica opera che – nel lavoro di Tadao Ando – vede l’abbinamento tra la natura e la spiritualità. Prima del Buddha di Sapporo era stata la volta della Chiesa della Luce di Ibakari a Osaka, e della Cappella sull’Acqua di Tomamu. Sempre col suo stile minimalista, anche quando si cimenta con dimensioni imponenti. Questo progetto, però, come ha lui stesso dichiarato gioca più sul paesaggio che sull’architettura. Ed è frutto di un percorso impegnativo e prezioso, che ha richiesto una particolare attenzione per riorganizzare l’ambiente.