Il Lago dei Diavoli e le sue leggende misteriose

Nelle Marche esiste un lago consacrato ai demoni, dove nel tempo si sono susseguite leggende inquietanti

Un lago misterioso, che da sempre ha affascinato per la sua storia, si trova a 1940 metri di altezza, proprio in Italia e  non a caso sui Monti Sibillini.  È l’unico lago naturale nelle Marche, meglio conosciuto come il Lago di Pilato e qui… ha inizio la leggenda.

La zona dei Monti Sibillini è davvero ricca di miti e leggende, e tra queste senza dubbio quella del Lago dei Diavoli, può sembrare una delle più fantasiose. Il suo secondo nome è il Lago di Ponzio Pilato:  parliamo proprio di Quel Ponzio Pilato, governatore della Giudea, che venne tacciato d’infamia per essersi “lavato le mani” della condanna di Gesù Cristo.

Una volta portato a Roma, leggenda vuole, che egli chiese una grazia all’imperatore Tiberio , ovvero che il proprio cadavere venisse lasciato in balìa della sorte. Posto su un carro trainato dai bufali, ecco quindi che il fato volle portare il corpo ormai esanime proprio sul Monte Vettore.

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La leggenda inizia a spargersi nel 1300 quando nella zona si vengono a verificare fenomeni davvero strani. Considerato lago maledetto, abitato da demoni e streghe, anche a causa delle sue acque dal moto perpetuo e una delle vette che si affacciano sulla conca che è per l’appunto la cosiddetta “Cima del Diavolo”.

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Ma c’è di più. Gli abitanti della vicina Norcia, ogni anno per tenere buoni i demoni offrivano in sacrificio un uomo vivo e di solito di trattava di un delinquente o di un malfattore. Veri e propri sacrifici umani si sono consumati in questo lago. Potrebbero apparire tutte leggende, ma la domanda diviene meno retorica nel momento in cui, nella seconda metà del XVI secolo, il benedettino Pierre Bersuire attesta nel suo Reductiorum morale, l’esistenza di questo lago consacrato ai demoni, ma soprattutto  la presenza di mura con apposite guardie – costruite attorno al lago- per impedire che i negromanti potessero colloquiare con i demoni.

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Ed è anche Bernardino da Foligno a scrivere nel XV secolo di questi colloqui che avvenivano sulle rive del lago da parte dei negromanti con una precisa omelia in cambio della propria anima. A concludere il tutto c’è chi assicura che le acque divengano rosse almeno una volta l’anno e che di Venerdì Santo si propongano strani e inquietanti fenomeni proprio attorno a questo lago del mistero.